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Una tre giorni di degustazioni e incontri sul tema dei vini naturali nel cuore della capitale. Questo è stato “VinNatur Roma”, evento svoltosi dal 12 al 14 novembre nella bella cornice dell’Ex-Cartiera Latina, nel parco dell’Appia Antica. Erano 78 i produttori provenienti da Italia, Slovenia, Francia e Spagna in rappresentanza delle 160 aziende aderenti all’Associazione Vignaioli Naturali. “Sono molto soddisfatto della partecipazione del pubblico – afferma il presidente e produttore Angiolino Maule – Ho visto molti giovani interessati alla nostra filosofia di produzione e questo mi fa ben sperare per il futuro del vino naturale. Il nostro obiettivo, però, non è quello di seguire una moda. Tra pochi anni quasi tutti i produttori saranno bio, una certificazione abbastanza facile da ottenere e che per noi è solo il primo passo verso pratiche totalmente sostenibili. E’ per questo che noi vignaioli naturali dobbiamo spingere ancora sull’acceleratore e fare da traino per le altre aziende”.

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Angiolino Maule

Ma cosa si intende per vino naturale? Questa è la fatidica domanda a cui ognuno sembra dare una risposta diversa. Per VinNatur è quello che deriva da metodi di lavoro che prevedono il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina oltre all’assenza di additivi chimici e di manipolazioni da parte dell’uomo. Una definizione che lo scorso luglio è stata definitivamente chiarita attraverso l’approvazione del primo disciplinare italiano sui vini naturali. “Non è stato facile mettere d’accordo tutti i soci di VinNatur – confida Maule – Sarebbe stato bello approvare un disciplinare comune a tutte le associazioni di vignaioli naturali ma non c’erano le condizioni per farlo. Comunque un primo passo è stato fatto, ora è il momento di collaborare tutti insieme con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con l’obiettivo di arrivare ad un disciplinare ufficiale”.

E nel paese dei mille campanili sarebbe una grande conquista, soprattutto in considerazione del fatto che nel mondo nessuno ha ancora approvato un regolamento sui vini naturali. “L’Italia, per una volta, potrebbe essere il punto di riferimento a livello internazionale – continua Maule – Oltre all’individuazione di regole comuni, è determinante capire come organizzare i controlli sui produttori. Noi, per esempio, abbiamo deciso di affidarci ad un ente terzo riconosciuto dal Ministero”.

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Tutti questi temi sono stati al centro di due incontri svoltisi all’interno della manifestazione romana. Tra gli ospiti Francesco Giardina del Mipaaf e Sandro Sangiorgi di Porthos Edizioni. Dal dibattito è emerso che sono molti i temi che dividono i produttori e le varie associazioni (VinNatur, Viniveri, Vino Libero): dal controllo delle temperature durante la fermentazione all’utilizzo della solforosa, passando per le filtrazioni e l’utilizzo esclusivo di vitigni autoctoni. In generale, mentre tutti sembrano d’accordo sull’utilizzo di lieviti indigeni, sul bando della chimica e delle pratiche più invasive (es. osmosi inversa, acidificazioni, chiarifiche, etc), non tutti hanno lo stessa opinione riguardo l’utilizzo della tecnologia. Per alcuni il vino naturale deve essere “ancestrale”, ovvero prodotto come si faceva secoli fa. Per altri, invece, la tecnologia può essere un utile alleato in fase di vinificazione.

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Questi differenti approcci evidentemente si rivelano anche nel bicchiere, come ha dimostrato il percorso fatto tra i banchi d’assaggio della manifestazione in cui si alternavano grandi vini ad altri con volatili fuori controllo. Perché in definitiva fare vino naturale è più difficile, ma quando il produttore è all’altezza del compito si possono raggiungere picchi di eccellenza assoluta.

Per chi volesse ulteriormente approfondire l’argomento il prossimo appuntamento con VinNatur è a Villa Favorita (Vicenza) dove dal 9 all’11 aprile 2017, in concomitanza con il Vinitaly, si terrà il tradizionale salone annuale che ospiterà circa 150 vignaioli naturali da tutto il mondo.

La degustazione

rieslingCastello di Stefanago Riesling San Rocco 2010
Bianco Dop – 100% Riesling Renano – Gr. 13%
Giallo dorato. Naso evoluto che propone note di idrocarburi e pietra focaia. Evidenti anche i richiami fruttati di mango e agrumi abbinati a miele d’acacia. Al gusto è denso, molto fresco, sapido. Lungo il finale che ripropone gli agrumi e la mandorla fresca. Fermentazione in acciaio. Poi 12 mesi in botte grande d’acacia e 4 anni in bottiglia.

 

etna-rossoBruno Ferrara Sardo Etna Rosso 2014
Rosso Doc – 100% Nerello Mascalese – 14,5% Gr.
Rosso rubino tendente al granato. Al naso apre con note di liquirizia e carruba. Poi una fresca scia balsamica introduce piccoli frutti di bosco, pepe nero e spezie dolci. Sullo sfondo si stagliano sensazioni sulfuree. In bocca è piacevolmente fresco e caldo. Un tannino ancora vibrante ma ben integrato apre la via ad un lungo finale sapido e fruttato. Solo acciaio.

 

reciotoLa Biancara Recioto di Gambellara 2004
Bianco dolce Docg – 100% Garganega – 13,5% Gr.
Giallo ambra. Al naso presenta note di smalto ammorbidite da ricordi di miele e caramello. Poi frutta secca, agrumi canditi e note fumé. Intrigante il sentore di zenzero a rinfrescare un naso appagante. In bocca sorprende l’abbondante freschezza che dona equilibrio al sorso dolce e denso. Lungo il finale sapido che chiude su note di frutta secca. 24 mesi in botti da 15 hl.