Più di 90 i vignaioli che hanno partecipato al grande evento organizzato da Tiziana Gallo al Westin Excelsior di Roma e dedicato ai vini prodotti secondo natura.
Diciamolo subito: Vignaioli Naturali a Roma è uno dei migliori eventi sul vino organizzati nella capitale. E non restringiamo il campo ai soli eventi dedicati ai vini cosiddetti “naturali”, intendiamo in assoluto. Il motivo? E’ presto detto: altissima qualità media delle etichette, presenza ai banchi d’assaggio di produttori entusiasti e vogliosi di raccontare la propria storia, location adeguata che evita agli appassionati di vino l’effetto autobus all’ora di punta.
Sarà che alla decima edizione del suo evento Tiziana Gallo ha ormai perfezionato la sua “ricetta”. E’ lei, infatti, l’anima di questo evento nato nel 2009 quando le uniche manifestazioni dedicate ai vini naturali erano Villa Favorita di VinNatur e Cerea del Consorzio Vini Veri. Oggi il contesto è totalmente cambiato e i vini prodotti secondo natura sono sempre più protagonisti sul mercato con una qualità media in costante crescita. “Ritengo sia stata superata la fase della moda per entrare in una fase più matura – ci diceTiziana Gallo – I produttori naturali cominciano ad avere una lunga esperienza ed anche il pubblico che partecipa agli eventi è molto più preparato ed esigente”.
Ma quel è il criterio di selezione per essere ammessi tra i Vignaioli Naturali? Il rispetto per l’ambiente durante tutto il ciclo produttivo è il carattere distintivo che accomuna gli oltre 90 produttori che hanno partecipato alla manifestazione. Quindi nessun utilizzo di prodotti chimici e sistemici, fermentazioni alcoliche spontanee e divieto assoluto per tutti quegli elementi che la legge consente invece di aggiungere nel vino convenzionale e biologico.
La cosa che più ci ha colpiti passeggiando tra le sale dell’Hotel Westin Excelsior è stata l’età media molto bassa dei vignaioli. “Molti giovani produttori hanno preso coscienza delle loro responsabilità nei confronti della natura – conferma Tiziana Gallo – Oltre ai produttori storici che hanno convertito le loro vigne è bello vedere le nuove leve che si approcciano al vino naturale con grande entusiasmo, quasi come fosse l’unica alternativa possibile”.
Molto piacevole anche l’incontro con Marilena Barbera che come molti siciliani ha vissuto tanti anni lontana dalla sua isola per poi tornare a lavorare nell’azienda vitivinicola di famiglia. Prima occupandosi di marketing e vendite e poi, dopo la scomparsa del padre, seguendo in prima persona la produzione dalla vigna alla cantina. E’ così che i 18 ettari vitati posti vicino al mare di Menfi (Ag) sono stati convertiti al biologico e in cantina sono state introdotte le fermentazioni spontanee riducendo al minimo le pratiche enologiche con filtrazioni quasi assenti. Molti i vitigni coltivati: dall’Inzolia piantato da suo nonno agli internazionali Chardonnay, Merlot, Petit Verdot, Alicante e Cabernet Sauvignon voluti da suo padre. Marilena ha invece puntato sulla territorialità impiantando Catarratto, Grillo, Perricone, Nerello, Nero d’Avola. L’Alicante è alla base del Ciàtu 2015, etichetta che maggiormente ci ha impressionati tra le varie degustate nel suo banco d’assaggio.
Salendo lungo la penisola è stato bello degustare nuovamente i vini di Giacomo Baruffaldi di Castello di Stefanago. L’ultima volta l’avevamo incontrato a Villa Favorita quando ci era molto piaciuto il suo Riesling renano San Rocco. Questa volta a colpirci è stato lo Spumante Metodo Classico Brut a base di Pinot Nero. In realtà è un metodo ancestrale, visto che viene prodotto senza l’aggiunta di zuccheri interrompendo la fermentazione del vino base in modo da conservare un residuo zuccherino che permetterà ai lieviti rigorosamente indigeni di avviare la seconda fermentazione in bottiglia. L’azienda si trova nell’Oltrepò Pavese e precisamente a Borgo Priolo (Pv) dove Giacomo e Antonio Baruffaldi coltivano 20 ettari di vigne condotte in regime biologico certificato.
Altra bollicina da segnalare è il Regina di Felicità Moscato Spumante di Cascina Baricchi, azienda langarola con sede a Neviglie (Cn). Blend di ice wine di diverse annate con aggiunta di mosto fresco di Moscato fermentato in autoclave con permanenza sui lieviti di circa 15 mesi. A presentarlo c’era il produttore Natale Simonetta: è lui a spiegarci che la foto di donna che campeggia sull’etichetta della bottiglia ritrae sua nonna cui ha voluto dedicare questo spumante dal colore dorato tra i più belli che noi Vinomadi abbiamo mai avuto modo di vedere. Ricorda la luce dorata che si vede quando John Travolta, alias Vincent Vega, apre la famosa valigetta di Pulp Fiction. Fantastici anche i suoi Barbaresco con il Rosa delle Casasse Riserva 2011 sugli scudi. Parliamo di un Cru proveniente da una vigna impiantata nel 1913 con piante a piede franco.
Sempre nelle Langhe, a Castiglione Falletto per la precisione, ci siamo emozionati con i vini dell’azienda Cavallotto e in particolare con il Barolo Bricco Boschis Riserva 2011, un vino che bisognerebbe far degustare a tutti quelli che “i vini naturali puzzano e sono pieni di difetti”. Si potesse individuare un aroma che identifica l’eleganza si dovrebbe scegliere il naso di questo vino unico ed emozionante che nasce in un’azienda che dal 1976 non utilizza prodotti chimici di sintesi. 25 gli ettari coltivati da anni in regime biologico con inerbimento spontaneo. In cantina fermentazioni spontanee e filtrazioni minime.
Spostandoci in Veneto non potevamo non degustare i vini di Angiolino Maule, presidente di VinNatur e vignaiolo in zona Gambellara (Vi). L’azienda La Biancara nasce nel 1988 e oggi conta circa 15 ettari vitati coltivati seguendo poche semplici regole: fertilizzazioni mirate nelle zone in cui è necessario con il solo utilizzo di compost vegetale autoprodotto e di letame maturo; trattamenti contro le malattie fungine attraverso tisane e prodotti vegetali con graduale riduzione sia del rame che dello zolfo; riequilibrio naturale del suolo con semina a filari alterni di cereali e leguminose; sperimentazioni continue con l’obbiettivo di eliminare il rame e lo zolfo, permettendo uno sviluppo esponenziale di insetti e microorganismi utili. In cantina fermentazioni spontanee e nessuna filtrazione. Il risultato sono dei vini dal carattere unico come il Pico 2015 da uve Garganega.
Chiudiamo la nostra rassegna con un’azienda laziale (erano il 10% del totale) che abbiamo avuto la fortuna di visitare nei mesi scorsi: San Giovenale di Emanuele Pangrazi. La cantina, posta nella Tuscia viterbese, è certificata biologica e applica molte delle idee care all’agricoltura biodinamica grazie alla consulenza di Marco Casolanetti di Oasi degli Angeli e tra i fondatori del Consorzio ViniVeri. Nel banco d’assaggio, oltre alle sue etichette ormai entrate a buon diritto nel gotha dei grandi vini italiani (Habemus Etichetta Bianca da Syrah, Grenache, Carignan e Tempranillo; Habemus Etichetta Rossa da Cabernet Sauvignon) campeggiava il Kupra 2014 dell’azienda marchigiana Oasi degli Angeli (Cupra Marittima, Ascoli Piceno), mitica e rarissima etichetta a base di Bordò (Grenache) che finalmente abbiamo avuto modo di degustare con nostra grande soddisfazione.
E’ così che dopo più di sei ore ci siamo resi conto che avremmo voluto passare molto altro tempo a chiacchierare con i produttori presenti ma il Merano Wine Festival ci reclamava a gran voce. D’altronde siamo o non siamo Vinomadi?!
I nostri migliori assaggi:
Castello di Stefanago Pinot Nero Metodo Classico 100% Pinot Nero – Gr. 12,5% Le uve vengono raccolte a piena maturazione e la fermentazione si arresta con i primi freddi; l’arrivo della primavera favorisce il risveglio dei lieviti, parte così spontaneamente la seconda fermentazione in bottiglia. Trascorsi 24 mesi si procede alla “sboccatura” e le bottiglie vengono colmate con lo stesso vino senza dosaggio. La degustazione – Giallo dorato con perlage fine e abbondante. La pesca gialla matura si accompagna a piacevoli sentori di erbe aromatiche e prodotti da forno. In bocca offre una bolla estremamente cremosa abbinata a grande freschezza. Lunghissimo il finale sapido.
Cascina Baricchi Regina di Felicità Moscato Spumante 100% Moscato – Gr. 6,5% Vendemmia invernale tra dicembre e gennaio, con raccolta notturna quando la temperatura scende sotto i -5°C con uve totalmente ghiacciate. Pressatura delle uve ancora ghiacciate con piccolo torchio idraulico verticale con rese indicative del 3-5 %. Successiva fermentazione solo del mosto in barriques nuove di Allier. Poi blend di ice wine di diverse annate (70%) con aggiunta di mosto fresco di moscato (30%), per favorire il processo. La seconda fermentazione avviene in autoclave con metodo charmat e permanenza sui lieviti di circa 9 mesi. La degustazione – Oro antico brillante con perlage fine e abbondante. Naso che propone i tipici rimandi aromatici del vitigno abbinati a ricordi di fiori gialli, miele e frutta gialla matura. Il sorso morbido è ben bilanciato da abbondante freschezza e delicata sapidità. Lungo il finale leggermente ammandorlato.
Angiolino Maule La Biancara Pico 2015 100% Garganega – Gr. 13,5% Nasce da uve Garganega selezionate nelle colline più alte e vocate di Gambellara. Inizia la sua fermentazione spontaneamente. L’affinamento avviene in grandi botti da 15 hl per 12 mesi. Viene imbottigliato senza filtrazione e solfiti aggiunti. La degustazione – Giallo dorato. Frutta gialla matura ed erbe aromatiche si intrecciano con sentori di lievito di birra. In bocca apre con delicata morbidezza per poi rivelare una grande spalla fresco-sapida. Lunghissima la persistenza che indugia su note ammandorlate.
Riccardi Reale Tucuca Rosato 2015 in Magnum 100% Cesanese di Affile – Gr. 13% Dopo una macerazione di 8 ore il mosto passa in grandi botti di castagno da 11 ettolitri in cui svolge la fermentazione alcolica spontanea e la malolattica. Poi il vino viene trasferito per 6 mesi in acciaio prima di essere imbottigliato senza filtrazioni. La degustazione – Rosa tenue. Note di piccoli frutti rossi e amarena si uniscono a sensazioni floreali ed erbacee. Bocca in cui l’iniziale morbidezza introduce una grande sapidità. Poi arriva la freschezza ad alleggerire il sorso aprendo la via ad un finale fruttato.
Cantine Barbera Ciàtu 2015 100% Alicante – Gr. 13,5% Le uve vendemmiate a fine di agosto vengono diraspate e pigiate, poi avviate alla macerazione sulle bucce per circa due settimane in un tino tronco-conico in rovere di Slavonia da 30 hl, nel quale vengono effettuate follature manuali più volte al giorno fino al termine della fermentazione alcolica spontanea. Anche la fermentazione malolattica avviene spontaneamente in barriques molto usate. Dopo la sfecciatura, il vino viene travasato nuovamente nel tino dove completa la sua maturazione per almeno 6 mesi senza l’ausilio di additivi enologici. Imbottigliato senza chiarifiche e senza filtrazioni. La degustazione – Rubino con buona trasparenza. Un tripudio di erbe aromatiche introduce note di piccoli frutti rossi e spezie dolci. Piacevole la nota salmastra che caratterizza il vino al naso. Sorso morbido che stupisce con la sua grande freschezza bilanciata da un tannino maturo e ben integrato. Il finale salato è lunghissimo e coerente.
Oasi degli Angeli Kupra 2014 100% Bordò – Gr. 14% 500 bottiglie prodotte ogni anno da una vigna di 1,5 ettari con alberelli ultracentenari con rese intorno ai 10 q/ha. Maturazione di 30 mesi in barrique e affinamento di 9 mesi in bottiglia. La Degustazione – Rosso rubino tendente al granato trasparente. Una bellissima nota floreale si alterna ad erbe aromatiche, frutti di bosco, macchia mediterranea e caffe in polvere. Sorso caldo e strutturato alleggerito da vibrante freschezza. Tannino da manuale che apre la via ad un finale in cui la sapidità abbraccia coerentemente i sentori percepiti al naso.
Cavallotto Bricco Boschis Vigna San Giuseppe Riserva 2011 100% Nebbiolo – Gr. 14,5% Nasce da una vigna con piante di oltre 60 anni. Fermentazione spontanea in acciaio poi malolattica in cemento. Maturazione di 60 mesi in botti di rovere di Slavonia da 20-30-50-80-100 hl. Affinamento in bottiglia minimo di 12 mesi. La degustazione – Una bellissima nota floreale si unisce a sbuffi balsamici, spezie orientali e piccoli frutti rossi. Poi sottobosco e ruggine. Il sorso è incredibilmente fresco e quasi salato ma nonostante questo riesce ad offrire un equilibrio dinamico grazie alla componente alcolica assolutamente integrata e alla delicata morbidezza. Tannino da manuale che introduce un finale infinito.
San Giovenale Habemus Etichetta Rossa 2014 100% Cabernet Sauvignon – Gr. 15% Macerazione delle uve solamente diraspate di circa due settimane in contenitori di acciaio a temperatura controllata. Poi la parte liquida viene trasferita in fermentini di acciaio e unita al mosto ottenuto dalla parte solida pressata. A questo punto inizia la fermentazione spontanea innescata da lieviti indigeni. A fermentazione ultimata il vino passa in barrique di primo passaggio dove in primavera avviene la malolattica e il vino sosta per 20 mesi prima di essere imbottigliato senza filtrazioni e con un contenuto di solforosa inferiore ai 40 mg/l. La degustazione – Rosso rubino/violaceo poco trasparente. Naso che offre nitidi ricordi di erbe aromatiche abbinati ad una scia balsamica. Poi frutti di bosco, spezie dolci, grafite e sottobosco. Sorso caldo e morbido che si gioca tutto sul contrasto tra abbondante freschezza e tannino nobile. Nel lungo e coerente finale torna protagonista la sapidità.