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Insieme ad Andrea Pieropan ripercorriamo gli oltre 130 anni di storia di questa azienda di Soave che dal 1999 opera anche nella zona della Valpolicella dove possiede circa 20 ettari di vigne.

Ci sono storie che parlano di luoghi e famiglie uniti da un legame indissolubile. Pensiamo a “Cent’anni di solitudine” e all’epopea della famiglia Buendia nella città di Macondo. O ai Montecchi e Capuleti di “Romeo e Giulietta” legati a doppio filo alla città di Verona. E a ben guardare anche nel mondo del vino esistono storie di questo tipo. Una delle più interessanti è sicuramente quella che vede come protagonista la famiglia Pieropan e il bellissimo comune di Soave e noi Vinomadi ve la vogliamo raccontare.

L’azienda vitivinicola nasce nel lontano 1880 ad opera di Leonildo Pieropan, medico condotto con la passione per il vino. Ad ospitare la cantina, ieri come oggi, è lo storico Palazzo Pullici posto proprio nella via principale del paese. “Questa è la residenza della nostra famiglia sin dal XVII secolo – racconta Andrea Pieropan, quarta generazione di viticoltori – E’ qui che tutto è nato grazie al mio bisnonno che con soli due ettari di vigna si mise in testa di fare il vino. Le sue conoscenze nel mondo della chimica lo aiutarono non poco e ad un certo punto decise di abbandonare la professione di medico per fare il vignaiolo a tempo pieno”.

Sembra una storia come tante ma Leonildo non si accontentava del vino leggero e beverino che riusciva a produrre con le sue uve: si era messo in testa di produrre un vino strutturato e importante. E’ così che decide di appassire i grappoli di Garganega con l’obiettivo di ottenere più concentrazione. “Alla fine dell’800 l’unico modo per ottenere vini più concentrati era quello di appassire le uve – conferma Andrea – Pensare di diminuire la resa in vigna attraverso il diradamento era un’eresia: quando mio padre lo fece negli anni ’60 i contadini gli dissero che sarebbe andato all’inferno!”.

Fu così che Leonildo cominciò a destinare la parte più matura di ogni grappolo (le “recie”) ad un lungo appassimento. Per farlo trasformò il sottotetto di Palazzo Pullici in un enorme fruttaio in cui sistemò centinaia di arele in bambù acquistate dalle aziende tessili della zona. “Originariamente erano utilizzate per la coltivazione del baco da seta – continua Andrea – Quando le aziende smisero di produrre in proprio il cotone, il mio bisnonno si offrì di comprarle ad un prezzo molto vantaggioso”. Questa, in breve, la storia di come nacque il Recioto di Soave… E ancora oggi l’azienda lo produce alla “vecchia maniera” utilizzando lo stesso sottotetto in cui le uve sostano da fine settembre a Natale.

La storia dei Pieropan non si esaurisce però con la parabola di Leonildo. Sarà suo nipote Leonildo (e qui Gabriel Garcia Marquez sorriderebbe) a dare nuovo impulso alle attività. “Dal ’66 l’azienda è guidata da mio padre – racconta Andrea – Fino ad allora la gran parte delle uve veniva acquistata: lui decise che era arrivato il momento di puntare sulla qualità e di vinificare solo le nostre uve. Fu così che aumentò la superficie vitata arrivando agli attuali 50 ettari, tutti distribuiti nella zona Classica del Soave”.

La sua idea era quella di valorizzare i vigneti proponendo dei veri e propri Cru, cosa che nel Soave non si era mai vista. Così nel ’71 esce il Calvarino (85% Garganega, 15% Trebbiano di Soave) che nasce da una vigna impiantata su terreni neri ricchi di basalto e tufo, mentre nel ’78 esce il La Rocca (100% Garganega) il cui vigneto è caratterizzato da terreni tendenti al bianco ricchi di argilla. Questo fu il primo Soave a prevedere un passaggio in legno oltre ad una leggera sovramaturazione in pianta. “A quei tempi andavano di moda i vitigni internazionali e l’idea di puntare su un bianco autoctono, per di più invecchiato, era totalmente rivoluzionaria”, afferma Andrea con trasporto. Oggi il Soave La Rocca è unanimemente considerato un classico dell’enologia italiana ma per molti anni non venne capito e, rispettando il cliché del nemo propheta in patria, vendette solo all’estero.

“La nostra famiglia viene indicata come custode della tradizione del Soave e in parte questo è vero – continua Andrea – La realtà, però, ci parla di una storia ricca di innovazione. Anche io e mio fratello Dario, che siamo in azienda dal 2003, cerchiamo di muoverci su questo doppio binario tradizione/innovazione. Per esempio abbiamo introdotto l’utilizzo dell’azoto in fase di vinificazione e imbottigliamento oltre ai tappi Stelvin che secondo noi sono pari se non addirittura superiori al sughero”.

Determinante è stato poi il loro contributo nell’avventura “rossista” di Pieropan, partita nel 1999 con l’acquisto di 20 ettari a Cellore di Illasi, nella Valpolicella. “Uscire dalla zona del Soave è stata una grande sfida per una famiglia come la nostra così legata al territorio – racconta con orgoglio Andrea – Abbiamo impiantato i vigneti da zero e costruito una nuova cantina. Oggi, a quasi 20 anni di distanza, possiamo dire di essere molto soddisfatti del risultato”.

E in effetti il Valpolicella Superiore Ruberpan e l’Amarone della Valpolicella Vigna Garzon sono assolutamente coerenti con la filosofia produttiva di Pieropan. “Le nostre vigne sono poste tra i 400 e i 500 metri di altezza su terreni argillosi tendenti al rosa. Siamo a poca distanza da Romano Dal Forno che fa un prodotto fantastico ma completamente diverso dal nostro. Lui cerca la concentrazione estrema, noi la finezza e l’eleganza che si ritrovano da sempre nel nostro Soave”, conclude Andrea. E dopo quasi 140 anni di storia possiamo tranquillamente dire che Pieropan non è più solo Soave.

La degustazione

Soave Classico 2016
Bianco Doc – Garganega 85%, Trebbiano di Soave 15% – Gr. 12%
Giallo paglierino luminoso. Un’esplosione di fiori bianchi come zagara e sambuco introduce note di agrumi, frutta a polpa bianca ed erbe officinali. Netta la componente minerale che ricorda la pietra focaia. Ingresso morbido bilanciato da grande acidità e da una lunghissima scia sapida che dona persistenza al finale fruttato. Vinificazione e maturazione in vasche di cemento vetrificato.

Soave Classico Calvarino 2014
Bianco Doc – Garganega 85%, Trebbiano di Soave 15% – Gr. 12,5%
Giallo paglierino con riflessi dorati. Note di albicocca e pesca gialla si abbinano a ricordi di fiori gialli, pompelmo ed erbe aromatiche. Resta sullo sfondo la pietra focaia. Il sorso denso e decisamente sapido è dotato di buona freschezza e lunga persistenza con chiusura su note ammandorlate. Vinificazione e maturazione in vasche di cemento vetrificato.

Soave Classico La Rocca 2014
Bianco Doc – Garganega 100% – Gr. 13%
Giallo dorato. Note di pesca gialla matura, ananas e mango si alternano a richiami di fiori gialli e frutta secca. Piacevole il sottofondo fumé. Sorso strutturato che alla poderosa spalla fresco-sapida contrappone la grande morbidezza donata dalla vendemmia tardiva. Molto lungo e coerente il finale. Vinificazione in tonneau e botti da 25 hl in cui sosta per circa 14 mesi.

Soave Classico La Rocca 1996
Bianco Doc – Garganega 100% – Gr. 13%
Giallo dorato intenso. Naso ricco ed elegante che ad una delicata nota di smalto abbina sentori di miele millefiori, frutta tropicale matura, frutta secca, petali di rosa e zafferano. Il sorso equilibrato ed assolutamente integro sfida il tempo offrendo grande freschezza e sapidità unite ad una piacevole morbidezza. Infinito il finale che accompagna la scia sapida con richiami speziati e fruttati. Vinificazione in tonneau e botti da 25 hl in cui sosta per circa 14 mesi.

Valpolicella Superiore Ruberpan 2014
Rosso Doc – Corvina 60%, Corvinone 20%, Rondinella 10%, Croatina Veronese 10% – Gr. 13,5%
Rosso rubino con buona trasparenza. La ciliegia croccante si unisce a ricordi balsamici e note di erbe aromatiche. Poi fiori di campo e spezie dolci. Sorso vivace caratterizzato dalla grande freschezza perfettamente bilanciata da un tannino di qualità. Molto lungo il finale in cui emergono la vena sapida e i richiami fruttati. 18 mesi in tonneau e botti da 25 hl.

Amarone della Valpolicella Vigna Garzon 2013
Rosso Docg – Corvina 60%, Corvinone 20%, Rondinella 10%, Croatina Veronese 10% – Gr. 16,5%
Rosso rubino tendente al granato con buona trasparenza. Una piacevole nota floreale introduce richiami di amarena, prugna, erbe aromatiche e pepe. Il sorso è caldo ma equilibrato grazie all’abbondante freschezza e al lungo finale sapido. Tannino ancora esuberante ma di grande qualità. 30 mesi in tonneau.

Recioto di Soave Le Colombare 2012
Bianco Doc – Garganega 100% – Gr. 13%
Giallo ambra. Note di zafferano si alternano a ricordi di mela cotogna, albicocca, frutta secca ed erbe aromatiche. Sorso moderatamente dolce dotato di buona freschezza e piacevole sapidità. Lunga e coerente la persistenza. 30 mesi in botti da 25 hl.

 

Photo credit: Manuele Petri

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