Dal 3 al 5 novembre la suggestiva location delle Mura del Valadier di Frascati ha ospitato la kermesse dedicata da Luca Maroni ai vini laziali premiati dal suo Annuario.
Negli ultimi anni i produttori laziali stanno cercando di affrancarsi dal pregiudizio secondo cui la loro regione sia tra le meno vocate alla viticoltura. Basti pensare alle ottime prestazioni del Cesanese o al territorio della Tuscia viterbese che riserva sempre delle belle sorprese. O ancora alla zona dei Castelli Romani, che a fronte di una produzione ancora troppo orientata alla quantità propone sempre più aziende che vogliono valorizzare il territorio.
Purtroppo questa maggiore attenzione alla qualità fatica ad essere riconosciuta dalle maggiori guide nazionali: Vini d’Italia del Gambero Rosso, per esempio, riserva al Lazio solamente 7 Tre Bicchieri su un totale di 436; la Guida Essenziale ai Vini d’Italia di Doctor Wine solo 4 Faccini su 297; Bibenda della Fondazione Italiana Sommelier appena 22 Cinque Grappoli su un totale di circa 600.

Diversa è la considerazione che ha della regione Luca Maroni, almeno a giudicare dai voti in centesimi attribuiti ad alcune etichette laziali nel suo Annuario 2017: 99 punti su 100 e titolo di Migliori Vini Italiani al Baccarossa 2014 e al Donnaluce 2015 di Poggio Le Volpi, azienda di proprietà di Felice Mergè (Monte Porzio Catone, Roma); 98 punti e titolo di Miglior Vino Rosso Italiano al Falesco Montiano 2014 della famiglia Cotarella (Viterbo/Terni); 96 punti e 3° Miglior Vino Rosso Italiano per il Mater Matuta 2013 di Casale Del Giglio (Le Ferriere, Latina); 95 punti e 3° Miglior Vino Bianco italiano per il Sesto 21 Sauvignon 2015 di Casata Merge’ (Frascati, Roma); 93 punti e 3° Miglior Vino Rosato italiano per il Petra 2015 di Maurizio Pio Rocchi (Tuscania, Viterbo).
Da segnalare anche i 97 punti assegnati al Roma Rosso 2016 (Cesanese, Merlot e Sangiovese) dell’azienda di Zagarolo Federici che le varranno sicuramente un premio nella prossima edizione dell’Annuario. Questa la descrizione del vino fatta da Luca Maroni: “C’è la possente dolcezza del suo distillato liquore. Essenza di mora e ciliegia che profondamente e densamente conquista, e che con assoluta possanza, calorosamente persiste. Sulla mora infuocata dall’irraggiamento profondo, la glassa mentosa del rovere, algida, intensamente vi soffia, equilibrando pseudotermicamente questo vino possente: al calore disidratante del suo dolce sole, soggiunge la linfa verdeggiante e clorofillosa di un rovere illibato in fragranza di cessione. Eccezionale l’enologia d’esecuzione, di nitidezza e accuratezza tale da commisurare armoniosamente il frutto alle spezie, e da riuscire ad avvolgere in suadente morbidezza la carnosa maestosità tannica d’un siffatto, maestoso campione. Un gran vino, fra i migliori rossi italiani dell’anno, di cristallina definizione e di armonioso, massimo volume”.
Ora, senza entrare nel merito dei giudizi dati da Maroni che a qualcuno possono apparire iperbolici e alquanto generosi, sembra evidente la grande attenzione riservata al Lazio e ai Castelli Romani in particolare. Attenzione confermata dal fatto che il suo evento “I Migliori Vini Italiani” ha fatto per la quarta volta tappa a Frascati prima di approdare nei prossimi mesi a Milano (23-25 novembre), Roma (15-18 febbraio), Düsseldorf Prowein (18-21 marzo 2018), Mosca (31/5-1/6 2018) e Torino (4-6 maggio 2018).
Nelle belle sale a volta delle Mura del Valadier, storica struttura completata nel 1889 e recuperata nel 2015 dopo un lungo restauro, erano presenti 50 produttori laziali che hanno portato In degustazione circa 350 etichette.
I nostri migliori assaggi:
Conte Zandotti Rumon 2016
100% Malvasia del Lazio – Gr. 14%
Azienda nata a Colonna (Rm) nel 1734 ad opera del Cardinale Francesco Aluffi Pentini che trasformò la tenuta da riserva di caccia ad azienda vitivinicola. La cantina è ricavata in un’antica cisterna romana a tre navate mentre il vino riposa in grotte scavate nel tufo. 30 gli ettari vitati posti in zona collinare su terreni vulcanici. La degustazione – Giallo paglierino con riflessi dorati. Naso che propone richiami di ginestra e camomilla seguiti da frutta a polpa gialla e frutta secca. In bocca è caldo, morbido e decisamente sapido. La piacevole freschezza dona equilibrio. Lungo il finale ammandorlato. Vinificato in vasche di cemento vetrificato, sosta quattro mesi in acciaio prima di essere imbottigliato.
Villa Simone Frascati Superiore Vigneto Filonardi 2016
Malvasia del Lazio 40%, Malvasia di Candia 40%, Grechetto 10%, Trebbiano 10% – Gr. 14%
Azienda di 21 ettari di proprietà della famiglia Costantini. Vigneto Filonardi è uno dei pochi Cru di Frascati riconosciuti. Si trova a Monte Porzio Catone su di una ripida collina composta da un terreno particolarmente ricco di microelementi di evidente origine vulcanica. Giallo paglierino. La degustazione – Sbuffi salmastri si intrecciano con note di fiore di magnolia, pesca gialla e ricordi agrumati. Il sorso caldo e morbido è dominato dalla sapidità che accompagna il lunghissimo finale che chiude su note di mandorla. 6 mesi in acciaio di cui 3 mesi sulle fecce fini.
Maurizio Pio Rocchi Petra Rosato 2016
Sangiovese 75%, Barbera 25% – Gr. 13,5%
Maurizio Pio Rocchi, pittore e performer teatrale, avvia la sua azienda agricola biologica nel 1990. Da allora ogni anno ridisegna personalmente le etichette delle sue bottiglie di “Vino d’artista” che nascono da appena 2,5 ha nelle vicinanze di Tuscania. La degustazione – Rosa buccia di cipolla. Ai piccoli frutti rossi si uniscono piacevoli richiami erbacei e floreali. In bocca offre un ingresso morbido sostenuto da adeguata spalla fresco-sapida. Sorprendente la persistenza che indugia sulle note sapide. Solo acciaio.
Famiglia Cotarella Montiano 2015
100% Merlot – Gr. 14,5%
Il Montiano è stato il vino più soggetto a sperimentazioni nella carriera di Riccardo Cotarella. Tra le prime 400 bottiglie del 1993 e le 40 mila del 2015 ci sono tre decenni di lavoro estenuante con sperimentazioni sulle densità, sui metodi di allevamenti, sui cloni, sulle esposizioni, sulla gestione del verde, sui terreni e sui legni. La degustazione – Rosso rubino compatto. Naso che apre con una scia balsamica ad introdurre note di amarena, mora, sottobosco, spezie dolci e tabacco. In bocca il calore e la morbidezza sono ben bilanciati dalla freschezza e dalla grande sapidità. Il tannino nobile apre la via ad un finale coerente e molto persistente in cui spiccano le note balsamiche. Vinificazione in acciaio sulle bucce per 15 giorni. Fermentazione malolattica e maturazione in barrique nuove per un anno.
Casa Divina Provvidenza Antica Fontana 2012 versione Magnum
100% Cabernet Sauvignon – Gr. 14,5%
Azienda con una lunga storia iniziata addirittura nel 1890 dalla famiglia Cosmi arrivata oggi alla quarta generazione di viticoltori. Siamo a Nettuno (Rm) con le vigne poste a poca distanza dal mare su terreni caratterizzati dal “macco”, pietra durissima che sulle coste da origine alle caratteristiche grotte. La cantina punta principalmente sul rilancio del vitigno autoctono Cacchione ma ci ha stupiti con questa magnm di Cabernet Sauvignon che nasce da una vigna di un solo ettaro. La degustazione – Rosso tra il rubino e il granato concentrato. Naso ampio che ai richiami balsamici unisce nitidi sentori di mora, sottobosco, humus, carruba, spezie dolci e tabacco. In bocca rivela grande freschezza supportata da un tannino maturo e ben integrato. Il sorso morbido e caldo scivola via sinuoso verso un vinale dalla lunga scia sapida con coda ammandorlata. 36 mesi in barrique nuove.
Stefanoni Colle de’ Poggeri Aleatico 2016
100% Aleatico – Gr. 13%
Cantina nata nel 1950 e oggi guidata da Stefano Stefanoni. Le vigne orbitano intorno al comune di Montefiascone sul lago di Bolsena. Oltre al vitigno autoctono Roscetto, di cui producono anche una versione spumantizzata, ospitano piante di Aleatico (mutazione del Moscato Nero toscano) con cui in zona si produce un vino dolce la cui versione più famosa è quella della Doc Gradoli. La degustazione – Rosso rubino con riflesso granato. Naso che ai tipici richiami aromatici affianca note di rosa, marasca ed erbe aromatiche fresche. In bocca la dolcezza (residuo 80 g/l) è ben bilanciata dalla freschezza e dal lungo finale sapido in cui torna la marasca. Piacevole la delicata astringenza provocata dal tannino. Il 70% delle uve viene vendemmiato in anticipo, il 30% appassisce in pianta. Solo acciaio.