Il racconto dell’interessante degustazione organizzata all’Hotel Cicerone di Roma da La Tavola Elegante e Riedel
Le favole di Esopo stupiscono sempre per la loro incredibile semplicità. Come quella in cui la volpe invita la cicogna a cena e per farle uno scherzo le serve una zuppa in un piatto basso e largo da cui la cicogna non riesce a mangiare a causa del lungo becco. Per vendicarsi la cicogna invita a sua volta la volpe a cena e le serve il cibo in un vaso dal collo lungo in cui la volpe non riesce ad infilare il muso.
Di certo Esopo non pensava al vino quando ha scritto questa favola ma a ben vedere questa potrebbe essere interpretata come un’ode al giusto bicchiere da degustazione. A tutti è infatti capitato di bere il vino giusto nel bicchiere sbagliato. Molto spesso, però, giudichiamo frettolosamente il vino in maniera negativa dimenticando che la forma del bicchiere influenza in maniera determinante il gusto della nostra bevanda preferita.
E per dimostrarlo l’azienda austrica Riedel organizza da oltre 60 anni dei seminari che porta in giro per il mondo. Uno di questi si è svolto a Roma lo scorso 6 ottobre presso l’Hotel Cicerone di Roma: ad organizzarlo La Tavola Elegante, storico negozio romano specializzato in cristalli e porcellane per la ristorazione.
La storia della Riedel sembra la sceneggiatura di un film: tutto inizia nel 1756 in Boemia (attuale Repubblica Ceca) ad opera di Johann Leopold Riedel, figlio di un mercante di vetro. A metà dell’800 l’azienda era già una delle più importanti della Boemia crescendo ininterrottamente fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, al termine della quale la famiglia Riedel viene espropriata di tutti suoi beni dal regime comunista della neonata Cecoslovacchia.
Walter Riedel viene catturato dai russi e tenuto prigioniero per oltre 10 anni mentre suo figlio Claus J. Riedel finisce prigioniero dagli americani. Mentre veniva condotto in Germania riesce miracolosamente a fuggire da un treno in corsa ritrovandosi in Austria. E’ qui che Claus trova lavoro come vetraio presso Daniel Swarowsky, mitico fondatore dell’azienda di cristalli e vecchio amico di famiglia. Nel 1956 Claus e il padre Walter, finalmente tornato dalla prigionia in Russia, rilevano grazie all’appoggio di Swarowsky una vetreria in fallimento.
Negli anni successivi Claus si rivelò un grande designer rivoluzionando il mondo dei bicchieri da degustazione. Nel 1973 lanciò la prima linea di calici dedicata alla perfetta degustazione del vino, conosciuta ancora oggi con il nome di Sommeliers. Nel 1986 suo figlio George J. Riedel propose i primi bicchieri della storia modellati sulla base delle caratteristiche dei vitigni.
La degustazione organizzata da La Tavola Elegante ha visto protagonisti tre calici della serie Veritas: New World Pinot Noir (bevante molto largo e imboccatura svasata), Old World Syrah (imboccatura molto stretta) e Cabernet/Merlot (simile al bicchiere ISO). In degustazione un Pinot Noir, un Syrah e un Cabernet Sauvignon molto tipici di cui non sveliamo l’identità in quanto poco importante ai fini della dimostrazione.
Prima di provare con il vino abbiamo testato i bicchieri con della semplice acqua notando come il primo bicchiere puntasse il liquido verso la punta della lingua, ricettore della dolcezza. Il secondo, invece, dirigeva l’acqua verso la parte centrale e laterale della lingua dove si percepisce maggiormente l’acidità e la sapidità. Il terzo spingeva l’acqua verso il fondo della lingua in cui si percepisce la sensazione di amaro.
Alla prova del vino i tre calici hanno dato dei risultati assolutamente sorprendenti e completamente differenti, sia al naso che in bocca. Il Pinot Nero, per esempio, risultava ampio nel primo bicchiere, molto alcolico e speziato nel secondo, chiuso nel terzo. Al gusto rivelava grande equilibrio nel primo, un finale amaro nel secondo e un tannino fuori controllo nel terzo. Abbiamo fatto le stesse prove con il Syrah e il Cabernet Sauvignon percependo tutti (circa 40 persone) le stesse differenze e all’unanimità abbiamo stabilito che il bicchiere migliore fosse quello pensato dalla Riedel per il vitigno in degustazione.
In conclusione possiamo dire che il bicchiere da degustazione meriterebbe maggiore attenzione, soprattutto negli esercizi in cui si vuole offrire un servizio di qualità come per esempio le migliori enoteche o l’alta ristorazione. In caso contrario il rischio concreto è quello di non valorizzare le etichette proposte in degustazione che in alcuni casi possono addirittura vedere compromessa la propria qualità intrinseca.