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Con più di 450 vitigni registrati ufficialmente e molte altre centinaia di varietà autoctone recuperate, l’Italia vanta uno dei patrimoni ampelografici più importanti del mondo. Anche l’enofilo più esperto è quindi esposto al rischio di non conoscere le uve con cui è prodotta una bottiglia di vino. E a quel punto è molto probabile che dalla sua bocca possa uscire la frase “Buono… non lo conoscevo!”.

Ed è proprio questo il nome della manifestazione organizzata da Go Wine lo scorso 21 settembre a Roma nelle sale dell’Hotel Savoy. Un appuntamento che ormai è un classico per gli enoappassionati romani alla ricerca di novità. “Uno degli obiettivi della nostra associazione è quello di promuove l’enoturismo andando alla scoperta dei vari territori del vino – racconta il presidente di Go Wine Massimo Corrado –  Viaggiando ci si rende conto che l’Italia ha una varietà di paesaggi e condizioni pedoclimatiche che difficilmente si ritrova altrove. Se a questo aggiungiamo l’incredibile numero di vitigni autoctoni presenti, possiamo facilmente renderci conto dell’unicità del nostro paese. Il vino riesce ad esaltare queste diversità e il nostro compito è quello di scoprirle e proporle ai nostri soci”.

È così che nello stesso banco d’assaggio è stato possibile degustare vini a base di Durella, Verdea, Barbarossa, Pallagrello, Casavecchia, Bovale, Tazzelenghe o Pagadebit. Tutte piccole produzioni che difficilmente arrivano nella grande distribuzione dove spopolano i vitigni internazionali più rinomati. Alla manifestazione erano presenti anche alcuni piccoli produttori provenienti da tutta la penisola.

Il nostro giro è iniziato un ottimo Cruasè Brut 2011 di Tenuta Mazzolino (100% Pinot Nero), azienda che si avvale della consulenza di Dominique Leboeuf.  Molto piacevole anche il Trentodoc Brut (100% Chardonnay, 48 mesi sui lieviti) della cantina de Tarczal le cui vigne sono poste nella Vallagarina su terreni ricchi di basalto. Tra i vini proposti dalla produttrice Elena de Tarczal, spiccava anche il Belvedere 2013 (Pinot Bianco 70%, Incrocio Manzoni 30%).

Ottima anche la produzione dell’azienda marchigiana Benforte rappresentata dalla produttrice Giuliana Campolucci. E’ lei a raccontarci che il nome della cantina, nata negli anni ’70 tra Cupramontana e San Paolo di Jesi, è stato tratto da una favola popolare locale recuperata da Italo Calvino. In questo caso ci è piaciuto molto il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Barbangelo 2016.

Tra le aziende laziali, interessanti le etichette di Vigneti Massimi Berucci e in particolare la Passerina del Frusinate Casal Cervino 2016 (Passerina 90%, Trebbiano Giallo 10%). Particolare la produzione dell’azienda Casa Divina Provvidenza che a Nettuno sta cercando di rilanciare il vitigno locale Cacchione. Tra le loro etichette era presente anche una versione Metodo Classico dal nome Mare Divino che pur non raggiungendo le vette di qualità di prodotti come il Kius Bellone di Carpineti, ha confermato la grande versatilità di molti dei vitigni autoctoni italiani.

Ottimi anche i rossi in degustazione con alcune conferme, come la fantastica Tintilia Macchiarossa 2012 di Claudio Cipressi, e belle sorprese come il Montepulciano d’Abruzzo Ursonia 2013 dell’azienda Il Feuduccio o l’Aglianico del Vulture 2012 di Tenuta i Gelsi.

Nel complesso l’evento di Go Wine si è confermato molto interessante e da vinomadi possiamo solo fare i complimenti per aver dato spazio a piccole produzioni molto difficili da degustare se non presso le aziende produttrici.

I migliori assaggi

Tenuta Mazzolino Oltrepò Pavese Cruasè 2011
100% Pinot Nero – Gr. 12,5%
Rosa tenue tendente al buccia di cipolla. Un ricordo di fragoline di Nemi si unisce a sentori floreali e di erbe aromatiche. Solo in un secondo momento arrivano le note donate dalla lunga sosta sui lieviti con frutta secca e piccola pasticceria. In bocca offre un perlage di qualità abbinato a grande freschezza e lunga scia sapida in cui tornano le fragoline. 48 mesi sui lieviti.

Vigneti Massimi Berucci Passerina del Frusinate Casal Cervino 2016
100% Passerina – Gr. 13%
Giallo paglierino con riflessi dorati. La frutta gialla si abbina a note di camomilla e a sentori minerali che ricordano la roccia. L’ingresso in bocca è caldo e morbido, poi entra in gioco la buona freschezza e la sapidità che dona persistenza. Solo acciaio.

 

de Tarczal Belvedere 2013
70% Pinot Bianco, 30% Incrocio Manzoni – Gr. 13%
Giallo paglierino luminoso. La pesca tabacchiera si alterna a richiami di fieno, erbe aromatiche e fiori di campo. Il sorso caldo offre moderata morbidezza e grande freschezza. Il finale quasi salato è molto persistente e assolutamente coerente con il naso. Solo acciaio.

 

Benforte Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Barbangelo 2016
100% Verdicchio – Gr. 13,5%
Giallo paglierino. Note di pesca gialla si intrecciano con richiami di fiori gialli e sbuffi salmastri. Bocca tipica che propone corpo e calore sorretti da piacevole freschezza e grande sapidità. Molto lungo il finale che chiude su note ammandorlate. Solo acciaio.

 

Claudio Cipressi Tintilia del Molise Macchiarossa 2012
100% Tintilia – Gr. 14,5%
Rosso Rubino. Naso che ricorda la Provenza con la lavanda e le erbe aromatiche abbinate a frutti di bosco e richiami balsamici. In bocca offre grande freschezza bilanciata dall’importante componente alcolica e da un tannino levigato. Piacevole il lungo finale sapido in cui torna la frutta. 24 mesi in acciaio.

Tenuta i Gelsi Aglianico del Vulture 2012
100% Aglianico – Gr. 14%
Rosso granato. Una lunga scia balsamica introduce sentori di marasca, mora, sottobosco e spezie dolci. Bocca caratterizzata dal piacevole contrasto tra la morbidezza e la freschezza. Il tannino fitto ma setoso apre la via ad un finale balsamico che rivela ottima sapidità. Il 50% della massa sosta 12 mesi in acciaio, il 50% in barrique.

Il Feuduccio Montepulciano d’Abruzzo Ursonia 2013
100% Montepulciano – Gr. 13,5%
Rosso rubino compatto. Sentori di cuoio si alternano a richiami balsamici e note di mora, spezie, tabacco e sottobosco. Sorso morbido che rivela una grande spalla fresco-sapida e un tannino ben integrato. Lungo il finale balsamico.18 mesi in barrique e botte grande.