Percorrere il viale di cipressi che porta a Villa da Porto detta “la Favorita” è un’emozione anche per i Vinomadi più esperti. L’edificio in stile palladiano sorge infatti su una morbida collina completamente circondata da vigne nella campagna di Sarego (Vi). E’ in questa magica location che dall’8 al 10 aprile si è svolta la 14° edizione di Villa Favorita, la più importante manifestazione europea dedicata ai vini naturali. Le sale meravigliosamente affrescate e le cantine ricavate nei sotterranei hanno ospitato oltre 170 vignaioli iscritti all’associazione VinNatur e provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Un caldo sole primaverile ha accolto le oltre 4 mila persone che hanno affollato anche i giardini della villa con improvvisati e divertenti picnic.
Ma noi Vinomadi siamo persone serie (sic!) e dopo un primo giro di ricognizione ci siamo chiusi nella tasting room dove abbiamo stabilito il nostro record personale di assaggi: 200 etichette in meno di 4 ore! Una volta scovati i vini più interessanti abbiamo individuato i produttori sulla mappa e li abbiamo raggiunti per fare due chiacchiere. Come diceva Hannibal Smith dell’A-Team: “vado matto per i piani ben riusciti!”.
E’ così che ci siamo ritrovati a parlare con Antonio e Fabio di Cà del Vént, azienda biodinamica franciacortina di 7 ettari che nel 2015 è uscita dalla Docg dopo che uno dei loro vini era stato escluso dalle commissioni di degustazione. Ci raccontano che per loro è stata quasi una liberazione: “ora che siamo fuori dal disciplinare non dobbiamo più scendere a compromessi e possiamo tirare fuori tutto il carattere della nostra terra”. La cantina si trova a Campiani di Cellatica (BS) e il vino che più ci ha colpiti si chiama proprio “L’Escluso” Brut Pas Operé 2012 che ha la particolarità di essere stato colmato alla sboccatura con vino di altre bottiglie dello stesso lotto senza alcuna aggiunta di zuccheri né di liqueur d’expédition.
Da brivido, come al solito, il caro Vecchio Samperi di Marco De Bartoli che come lo spumante di Cà del Vént non rientra nella denominazione che gli apparterrebbe di diritto. Il Vecchio Samperi è infatti un Marsala “naturale”, nel senso che al vino base non è stato aggiunto alcol, acquavite, mosto concentrato o mistella come invece prevede il disciplinare. Parliamo quindi di un vino a base Grillo senza fortificazione invecchiato almeno 20 anni in botti di rovere e castagno con un’aggiunta del 5% di vino giovane ogni anno, secondo il tradizionale metodo perpetuo o solera.
Tra i bianchi, da segnalare la Garganega Sarò di Meggiolaro, azienda di soli 3 ettari creata da Cristiana e Riccardo a Roncà (Vr), sotto il Monte Calvarina e ai piedi dei Monti Lessini. Nasce da una piccola vigna posta a 120 metri di altezza su terreni vulcanici e circondata dai boschi. In cantina uso di lieviti indigeni abbinato al controllo delle temperature per evitare problemi durante la fermentazione. Il risultato è sorprendente, soprattutto considerando il fatto che, come ammettono candidamente i proprietari, prima del 2004 non avevano mai tenuto in mano una cesoia.
Altro bianco di qualità è il Riesling di Castello di Stefanago. Siamo a Borgo Priol, nell’Oltrepò Pavese, piccola enclave in cui il Riesling (rigorosamente renano) sembra riuscire ad esprimersi appieno. A guidare l’azienda sono i fratelli Antonio e Giacomo Baruffaldi, da sempre grandi sostenitori dell’agricoltura biologica, tanto da essere stati tra i primi produttori italiani ad ottenere la certificazione. La particolarità del loro Riesling è quella di sostare 12 mesi in botti di acacia.
Interessanti anche i vini della cantina Cà Lustra Zanovello di Faedo di Cinto Euganeo (Pd). Siamo nella parte più selvaggia del Parco dei Colli Euganei dove l’azienda possiede 25 ettari vitati condotti in regime biologico dal 2008. Da segnalare il Sassonero Merlot 2012 che nasce dall’omonima vigna sita in Arquà Petrarca caratterizzata da terreni vulcanici scuri di scaglia rossa calcarea.
Sempre tra i rossi, da segnalare la cantina Marabino con il Noto Nero d’Avola. Guidata da Piarpaolo Messina, l’azienda si trova a Noto (Si) e conta un totale 30 ettari vitati coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biologica e biodinamica. Il Nero d’Avola nasce da vigne poste su terreni bianchi calcarei che distano pochi chilometri dal mare. In cantina da segnalare l’uso di lieviti indigeni e l’affinamento di 12 mesi in botti di rovere francese da 60 hl.
Nel complesso possiamo dire che tra i 200 vini degustati c’erano molti acuti ma anche qualche piccola nota stonata che in alcuni (rari) casi proponeva al naso dei leggeri difetti. C’è da considerare che produrre i cosiddetti “vini naturali” è più difficile: i produttori, infatti, rinunciano a strumenti quali i lieviti selezionati, il controllo delle temperature, l’aggiunta di solforosa o le filtrazioni. Questo rende il lavoro del vignaiolo più complicato, esponendo i vini al rischio di subire delle modificazioni inaspettate. E se l’obiettivo di queste rinunce è quello di evitare la standardizzazione del gusto valorizzando ogni singolo terroir, è pur vero che come scrive Luigi Moio nel suo bellissimo libro Il respiro del vino “i difetti d’odore sono assolutamente omologanti, nel senso che sono uguali in tutto il mondo”.
Naturalmente il nostro non è un giudizio di valore su un metodo di produzione piuttosto che su un altro. Troppo spesso, infatti, si è pronti a criticare i produttori “naturali” e ad essere indulgenti con quelli “convenzionali” che magari propongono vini senza difetti evidenti ma che sono assolutamente omologati ad un modello di gusto creato a tavolino. Con l’aggravante di avere effetti negativi sulla salute e sull’ambiente.
Quindi viva VinNatur che ha come sua mission proprio quella di individuare le migliori pratiche in vigna e in cantina. E’ un lavoro che sta dando i suoi frutti e che fa bene a tutto il comparto del vino. E viva Villa Favorita che dà a migliaia di persone ogni anno la possibilità di conoscere un modello di viticoltura alternativo, abbattendo gli assurdi pregiudizi che colpiscono l’agricoltura biologica e soprattutto biodinamica.
La nostra top 6 (in ordine sparso)
Cà del Vent L’Escluso Brut Pas Operé 2012
Vino Spumante VSQ – 85% Chardonnay, 15% Pinot Nero – Gr. 12,5%
Giallo dorato luminoso. Alle note di mela e pesca bianca seguono ricordi di fiori di campo, frutta secca e piccola pasticceria. Chiude con un sentore iodato. In bocca propone un perlage fine e abbondante. Sorso teso caratterizzato da abbondante sapidità e freschezza parzialmente ammorbidito da un leggero residuo zuccherino. Finale sapido. I vini base sostano 3 mesi in barrique.
Meggiolaro Sarò 2016
Bianco Igt – 100% Garganega – 12,5% Gr.
Giallo paglierino. Naso caratterizzato da erba tagliata, fiori gialli e frutta a polpa gialla matura. Chiude con un ricordo minerale di roccia. Al gusto si presenta inizialmente morbido e con buona freschezza. Poi diventa decisamente sapido per aprirsi su un lungo finale fruttato. Solo acciaio con bàtonnage.
Castello di Stefanago Riesling San Rocco 2012
Bianco Igp – 100% Riesling – 13% Gr.
Giallo paglierino. Al naso apre con chiari sentori di pietra focaia, fiori bianchi, frutta secca, susina ed erbe aromatiche. Resta sullo sfondo un piacevole ricordo di miele d’acacia. Al gusto è sapido e di buona freschezza. Il passaggio in legno dona buona rotondità senza appesantire il sorso che nel complesso è equilibrato e riserva un lungo finale fruttato. 12 mesi in botti di acacia.
Marabino Nero d’Avola 2014
Rosso Doc – 100% Nero d’Avola -14,5% Gr.
Rosso rubino. Apre con piccoli frutti rossi, violetta e sottobosco. Poi spezie dolci e cacao amaro. Al gusto è morbido, molto fresco e piacevolmente sapido. Il tannino di qualità introduce un lungo finale fruttato. 12 mesi in botte grande di rovere.
Cà Lustra Zanovello Sassonero Merlot 2012
Rosso Doc- 100% Merlot – Gr. 15%
Rosso rubino impenetrabile. Naso ampio che propone sentori di piccoli frutti rossi e neri, spezie come pepe e cannella, humus e grafite. Chiude con tostatura di caffe e un vago sentore floreale. In bocca è molto fresco, morbido, avvolgente senza essere pesante. Il tannino è di qualità ma ancora esuberante. Lungo il finale sapido e fruttato.
Marco De Bartoli Vecchio Samperi
Vino Bianco – Grillo 100% – Gr. 16,5%
Bellissima veste giallo ambra. Naso pulito ed elegante che propone note di smalto ingentilite da miele millefiori. Poi ricordi di frutta secca e albicocca disidratata su un sottofondo iodato. In bocca stupisce per l’abbondante freschezza e la piacevole consistenza che carezza il palato. Si congeda con un lunghissimo e appagante finale sapido in cui riaffiorano eleganti note di frutta secca.