È il 2001 quando Tiziana Gallo si avvicina al mondo dei vini naturali grazie all’incontro con Sandro Sangiorgi di Porthos. Poi nel 2005 fonda la sua distribuzione di vini naturali dedicata a ristoranti, winebar e bistrot. Infine nel 2009 lancia Vignaioli Naturali a Roma, il primo evento della capitale interamente dedicato ai produttori artigianali. E se oggi Roma può vantare una variegata offerta di locali ed eventi dedicati al bere naturale, una parte del merito va proprio a Tiziana Gallo e agli amici di Porthos.
Questa crescita esponenziale del mercato romano ha sicuramente dato nuova linfa ai vignaioli del Lazio che vogliono produrre coniugando qualità e salvaguardia dell’ambiente. Ne sono prova le 10 aziende laziali che il 25 e 26 febbraio scorsi erano presenti tra i banchi d’assaggio del Westin Excelsior (su un totale di 90 produttori).

Piacevole, come sempre, l’incontro con Damiano Ciolli e la compagna ed enologa Letizia Rocchi. Questa volta ci ha impressionati il loro Silene 2018, un vero inno all’eleganza. E mai nome fu più azzeccato per un vino! Il Silene è infatti un fiore selvatico che cresce in mezzo alle vigne di Olevano Romano (Roma) e proprio la nota floreale è quella che caratterizza il naso quasi provenzale di questo piccolo capolavoro vinificato in acciaio e affinato in cemento per 12 mesi.

Sorprendenti anche i vini della cantina Carlo Noro, produttore in quel di Labico (Roma) e grande esperto di biodinamica tanto da aver creato un’azienda specializzata in preparati biodinamici che distribuisce in tutta Italia. A presentare le etichette aziendali erano presenti i figli Valerio e Simone: buonissimi i loro Cesanese ma noi Vinomadi vi proponiamo la Passerina del Frusinate Costafredda 2018. Per chi volesse approfondire il tema della biodinamica applicata alla viticoltura, vi segnaliamo che il prossimo 6 febbraio Carlo Noro sarà presente all’evento “Vino e Biodinamica nel Lazio” organizzato da ONAV Roma Est.

Uscendo dal Lazio e continuando con i vini bianchi, ci spostiamo nella vicina Campania e precisamente a Castel Campagnano (Caserta) dove si trova una giovane e promettente azienda nata nel 2016: Aia delle Monache. Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Casavecchia sono i vitigni autoctoni impiantati nei 2 ettari e mezzo di vigne strette tra il Massiccio del Matese e il monte Taburno. Nella loro postazione abbiamo conosciuto il titolare Michele Verzillo cui si affianca il fratello Vittorio e l’enologo Gennaro Reale. Bellissime e buonissime le etichette tra cui spiccava il Radegonda 2016, vino 100% Pallagrello che fermenta in parte in acciaio e in parte in tonneau dove sosta per 8 mesi sulle fecce fini prima di affinare 12 mesi in bottiglia.

Salendo verso nord, siamo rimasti colpiti da due produttori che pur essendo posizionati a 5 km in linea d’aria l’uno dall’altro si trovano in due stati diversi: Draga Miklus a San Floriano del Collio (Gorizia) e Marko Reja a Belica (Medana) nel Brda, ovvero il Collio Sloveno. Tra i vini di Reja abbiamo amato il suo Tolovaj (Friulano) annata 2015, ovvero il vecchio Tocai. Marko ci ha spiegato che in Slovenia hanno scelto di chiamarlo “Tolovaj” per mantenere un’assonanza con il nome storico che ora può essere utilizzato solo in Ungheria. Le uve provengono da una vigna di un ettaro con piante di 45 anni di età. La vinificazione avviene in cemento e acciaio dove il vino sosta per 2 anni prima di affinare per altri 2 anni in bottiglia. Mitja Miklus ci ha invece stupiti con il suo fantastico Pinot Grigio 2017 dal colore ramato che nasce da una vigna con piante di 40 anni che affondano le radici nella tipica polka (marne argillose e pietra). Dopo una macerazione di 2 settimane sulle bucce sosta 2 anni in tonneau.

Chiudiamo il nostro racconto con quattro etichette a base Nebbiolo. La prima viene dalla Valtellina e si tratta del Grumello Riserva Sant’Antonio 2013 di ArPePe presentato dalla produttrice Isabella Pelizzatti Perego. Che dire? Un concentrato di eleganza che nasce da una vigna posta a 450 metri di altezza. Dopo una macerazione di 68 giorni sosta 39 mesi in botti da 50 ettolitri per poi passare in acciaio e bottiglia. Uno dei vini più emozionanti della serata che conferma la grande qualità di questo territorio e del vitigno localmente chiamato Chiavennasca.

Il tris d’assi finale ci porta nella zona del Barolo: Giacomo Fenocchio, Giuseppe Rinaldi e Cavallotto. La prima azienda si trova a Monforte d’Alba con 15 ettari vitati che si estendono anche nei comuni di Barolo e Castiglione Falletto. Abbiamo conosciuto Claudio Fenocchio e sua moglie Nicoletta e abbiamo potuto apprezzare il loro Barolo Bussia 2016 che nasce da una vigna posta su terreno di origine elveziana e che, seppur giovane, riesce già ad esprimere grande finezza (40 giorni di macerazione, 36 mesi in botte grande). Buonissimo e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo (12 euro in cantina) il loro Langhe Nebbiolo 2018.

A poco più di un anno dalla scomparsa di Beppe Rinaldi continua la tradizione di una delle più storiche aziende delle Langhe, nata nel lontano 1890. Siamo a Barolo dove la famiglia Rinaldi possiede 6 ettari di vigne. A noi è piaciuto molto il Barolo Tre Tine 2015 che è un assemblaggio di vini provenienti da tre vigneti diversi: Le Coste, Ravera e Cannubi San Lorenzo. Altrettanto buono il Barolo Riserva Vignolo di Cavallotto nella versione 2013. Nasce da una vigna di 2 ettari con piante di 55 anni impiantate su terreni simili a quelli del mitico Bricco Boschis ma con più sabbia e limo (30 giorni di macerazione, 5 anni e mezzo in botte grande). A proposito di Bricco Boschis, abbiamo degustato l’anteprima 2016 in magnum ma dobbiamo dire che ci è parsa ancora troppo giovane per essere giudicata.

Chiudiamo con una menzione speciale per il Vecchio Samperi di De Bartoli che abbiamo degustato in compagnia di suo figlio Sebastiano. Un vino unico che ogni volta ci trasporta con la mente tra le meravigliose saline di Marsala, uno di quei luoghi in cui è possibile perdersi per ritrovarsi.
La degustazione
Carlo Noro
Costafredda Passerina del Frusinate 2018
100% Passerina – Gr. 12,5%
Giallo paglierino/dorato. Una scia balsamica mentolata introduce frutta a polpa gialla, erbe aromatiche come timo e salvia e un sottofondo di buccia di agrume maturo. In bocca rivela buona freschezza, grande sapidità e un lungo finale ammandorlato in cui torna il ricordo di erbe aromatiche. 8 mesi in acciaio sulle fecce fini.
Aia delle Monache
Terre del Volturno Pallagrello Bianco 2016
100% Pallagrello Bianco – Gr. 12,5%
Giallo dorato. Naso elegante che alle note di miele di acacia affianca ricordi di pesca gialla, ginestra, fieno e mandorla. Il sorso inizialmente morbido è dotato di grande freschezza e chiude con una lunga scia sapida in cui torna la mandorla. Fermenta in parte in acciaio e in parte in tonneau dove sosta per 8 mesi sulle fecce fini.
Reia
Tolovaj 2015
100% Tolovaj (Friulano) – Gr. 13,5%
Giallo paglierino. Naso pulito e ampio che apre su note di camomilla e fiori di campo. Poi pera williams, susina goccia d’oro, erbe aromatiche e ricordi salmastri. In bocca è fresco, morbido e piacevolmente caldo. Lunghissimo il finale sapido e ammandorlato. Vinificazione in cemento e acciaio dove il vino sosta per 2 anni.
Miklus
Collio Pinot Grigio
100% Pinot Grigio – Gr. 14%
Rosa ramato. La fragolina di Nemi si unisce a sentori di erbe aromatiche, fiori di campo e ricordi balsamico-mentolati. Sorso di buona struttura che offre delicata morbidezza unita a calore. L’importante spalla fresco-sapida porta equilibrio e introduce un lungo e coerente finale. Dopo una macerazione di 2 settimane sulle bucce sosta 2 anni in tonneau.
Damiano Ciolli
Olevano Romano Cesanese Superiore Silene 2018
100% Cesanese – Gr. 13%
Rosso rubino con buona trasparenza. Lavanda e fiori di campo ci proiettano in Provenza. Poi si uniscono ricordi di frutti di bosco e note balsamiche di eucalipto. In bocca è decisamente fresco e goloso grazie al tannino nobile e setoso che introduce il lungo finale tutto giocato sulle note sapide e sui frutti rossi. 12 mesi in acciaio e cemento.
ArPePe
Valtellina Superiore Grumello Riserva Sant’Antonio 2013
100% Nebbiolo – Gr. 13%.
Rosso rubino tendente al granato con buona trasparenza. Sbuffi balsamici introducono note di ribes, mirtillo, violetta e arancia rossa. Piacevole il sottofondo speziato. La grande freschezza fa salivare fino a quando non arriva il tannino vivo ma nobile ad asciugare. Finale sapido in cui tornano i piccoli frutti rossi e le note balsamiche. Macerazione di 68 giorni, sosta 39 mesi in botti da 50 ettolitri.
Giacomo Fenocchio
Barolo Bussia 2016
100% Nebbiolo – Gr. 14,5%
Rosso rubino tendente al granato con buona trasparenza. Naso elegante che ai piccoli frutti rossi unisce spezie orientali, eucalipto e scatola di sigari. Sorso vibrante e coerente in cui freschezza e tannino si rincorrono esaltando il lungo finale sapido. 40 giorni di macerazione, 36 mesi in botte grande.
Rinaldi
Barolo Tre Tine 2015
100% Nebbiolo – Gr. 14%
Rosso rubino tendente al granato con buona trasparenza. Delicati richiami floreali di violetta introducono note di lampone, bastoncino di liquirizia e pepe. Rinfrescante il sottofondo balsamico che si unisce a note di sottobosco. Il sorso mostra un equilibrio dinamico grazie alla grande spalla fresco sapida sorretta da struttura, tannino nobile e calore. Perfetto il finale dalla persistenza infinita. 25 giorni di macerazione, 36 mesi in botte grande.
Cavallotto
Barolo Riserva Vignolo 2013
100% Nebbiolo – Gr. 14,5%
Rosso rubino tendente al granato con buona trasparenza. La mora si unisce ai piccoli frutti rossi su un delicato sottofondo di fiori appassiti. Poi eucalipto, chiodo di garofano e sottobosco. L’ingresso in bocca è caldo, molto fresco e di buona struttura. Il tannino importante ma assolutamente integrato apre la via ad un finale quasi salato. 30 giorni di macerazione, 5 anni e mezzo in botte grande.
Marco De Bartoli
Vecchio Samperi (imbottigliato nel 2019)
100% Grillo – Gr. 16,5%
Bellissima veste giallo ambra. Naso pulito ed elegante che propone note di smalto e miele di castagno. Poi ricordi di nocciola, albicocca e dattero disidratati su un sottofondo salmastro. In bocca stupisce con la piacevole freschezza e la consistenza che carezza il palato. Si congeda con un lunghissimo e appagante finale sapido in cui riaffiorano eleganti note di frutta secca. Vino senza fortificazione invecchiato almeno 20 anni in botti di rovere e castagno con un’aggiunta del 5% di vino giovane ogni anno, secondo il tradizionale metodo perpetuo o solera.