
“Vinomadi – Il vino senza scorciatoie” è una filosofia di vita che unisce la passione per i viaggi a quella per il vino. L’idea è nata durante uno dei viaggi fatti a bordo del “VinoBus”, un Volkswagen T3 Westfalia del 1990 che continua a portarci in giro per le vigne del mondo. L’assunto da cui partiamo è questo: per parlare con cognizione di un vino bisogna conoscere il territorio da cui proviene e la storia del suo produttore. La via più breve, in questo caso, non va da nessuna parte. Da qui nasce il nostro claim “Il vino senza scorciatoie”.

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Manuele Petri – Dopo una brillante carriera da fuoricorso ottengo una Laurea in Scienze della Comunicazione che mi avvia alla carriera di Communication officer per organizzazioni non profit. Nel 2004 divento giornalista pubblicista seguendo i più sfigati campionati di calcio non professionistici del Lazio. Poi faccio il cervello in fuga vivendo due anni sotto la pioggia di Dublino per poi tornare nel Bel Paese occupandomi di progetti di sviluppo nella Repubblica Democratica del Congo. Nel 2012 arriva la folgorazione e mi iscrivo al corso per Sommelier. Non contento frequento il Bibenda Executive Wine Master per poi diventare docente FIS, redattore della Guida e della rivista Bibenda e, per due anni, fiduciario della Fondazione Italiana Sommelier Lazio Est. Ora collaboro con Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) in qualità di docente dopo essere stato redattore della rivista “L’assaggiatore” e delegato della sezione di Roma Est (2018-2024). Vivo a Roma e grazie al tesserino da giornalista seguo a scrocco gli eventi nella capitale oltre a guadagnarmi la pagnotta facendo il maestro elementare nella scuola pubblica.
Michele Bellucci – Come sono finito nel mondo del vino? Sinceramente ancora non me lo spiego! Una passione iniziata viaggiando con il mio amico Manuele e rendendomi conto che visitare le cantine sparse per l’Italia era davvero un’esperienza incredibile. Da lì la voglia di saperne di più e… ho iniziato il percorso per diventare sommelier. Ma andiamo per ordine: nasco come giornalista (perché certe cose si hanno nel DNA!) e dal lontano 2001 collaboro stabilmente con Il Messaggero Umbria occupandomi di cultura. Ho a che fare da sempre con la musica, un tempo come musicista, poi come organizzatore di concerti, ora anche come manager di un gruppo sui generis (Decostruttori Postmodernisti). La mia laurea in Scienze della Comunicazione è servita per lavorare con importanti aziende e capire cosa significa vivere una vita col “colletto bianco”; per questo ora abito in campagna e ho aperto una fattoria didattica nei pressi di Todi. Il ritorno alla mia Umbria, dopo quasi 10 anni a Roma, ha coinciso con l’iniziare a seguire il mondo del vino in qualità di giornalista oltre che di appassionato.