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Cosa può essere il Vinitaly? Di certo tante cose, dato che si tratta di una fiera gigantesca che quest’anno ha ospitato 4.270 aziende espositrici da 30 paesi diversi e 128 mila persone da 142 nazioni. Quel che possiamo dirvi è cosa sia stato il Vinitaly 2017 per i Vinomadi, che ormai frequentano l’evento veronese da qualche anno. Innanzitutto organizzazione, perché senza un’idea di cosa provare e di cosa succede dentro e fuori la fiera è difficile scegliere. Nei quattro giorni della manifestazione (9-12 aprile) si sono infatti tenuti quasi 400 eventi tra cui 250 degustazioni organizzate direttamente da Vinitaly e dai consorzi delle Regioni. Certo, è fondamentale anche lasciare spazio per tutti i piacevoli “imprevisti” che sono sempre dietro l’angolo (basta ricordarsi di non usare scorciatoie!).

Così lunedì 10 aprile ci siamo diretti verso l’elegante Sala Tulipano del Palaexpo per un’esperienza che non ci scorderemo facilmente: La Poja, 10 annate di un grande rosso raccontate da Marilisa e Franco Allegrini. Un viaggio lungo 15 anni tra le migliori annate di questa etichetta mitica a base di Corvina 100% coltivata nel cuore della Valpolicella. La Poja nasce infatti nella parte più elevata del Podere La Grola: 2,65 Ha che danno origine al più prestigioso Cru di famiglia. Si è partiti dal 2010 (giovane ma già espressivo, soprattutto sui piccoli frutti scuri) passando per 2009 (maggior nerbo acido), 2008 (intrigante con bocca fitta e compatta) e 2006 (vino rilassato dal tannino levigato).

Poi 2005 («Un’annata fresca che mi ha riservato belle sorprese» commenta Franco Allegrini), 2004 (espressa piena maturità fenolica in un vino potente e quasi denso in bocca) e 2001 («Annata sottovalutata solo perché è venuta dopo la 2000» chiosa Allegrini). E siamo arrivati alla 2000 che dopo 17 anni ha messo tutti i tasselli di un’annata perfetta al loro posto, offrendo rara armonia e un finale lunghissimo, complesso e stratificato. E poi ancora la 1997 in cui esce la tostatura e un leggero selvatico, per chiudere con il godimento puro dell’annata 1995, ancora perfettamente integra, molto profondo e ricco sebbene lento nel concedersi. Degna conclusione dell’appuntamento con i vini di Allegrini, il pranzo curato dallo chef tristellato Bobo Cerea del ristorante Da Vittorio di Brusaporto (Bg) offerto all’interno dello stand dell’azienda piemontese.

Dopo aver perso un seminario Doctorwine per un ritardo di 10 minuti (eh sì, succede anche questo!) il pomeriggio è stato un costante susseguirsi di piacevoli incontri: da Alberto Graci e Giuseppe Russo nel padiglione Sicilia ad Ezio Poggio e Claudio Mariotto in Piemonte. La giornata si è conclusa nel migliore dei modi alla “Festa del vino calabrese” organizzata dai Consorzi di Tutela di Cirò e Melissa e Terre di Cosenza nella splendida location del Teatro Nuovo di Verona. La serata ha visto la partecipazione di 70 produttori7 giovani chef rigorosamente calabresi che hanno proposto una rivisitazione delle ricette della loro regione attraverso un appassionante cooking show.

Assolutamente necessaria una seconda giornata in fiera che i Vinomadi hanno affrontato percorrendo chilometri per conoscere decine di produttori, non solo italiani. In realtà una scoperta davvero interessante l’abbiamo fatta nel padiglione Vininternational dove in un’area coperta da ideogrammi era possibile trovare produttori di sake davvero interessanti: Ohho Nigori, Kanzan Junmai-Ginjo e Chiyomusubi Junmai Ginjo Goriki 50 sono i tre prodotti che, da profani, ci hanno maggiormente colpiti.

Poi all’ora di pranzo di corsa verso lo stand Puglia per la degustazione “Spumanti e Territori di Puglia” in abbinamento ai piatti della tradizione. Bollicine assolutamente interessanti che in alcuni casi strizzano l’occhio ai mercati esteri, come ha giustamente sottolineato la brava Marinela Ardelean (scrittrice ed esperta di vino). Tra i vini degustati da segnalare Rudy Valle D’Itria Igp Spumante Brut 2016 di Cardone Vini, Attimi demi-sec prodotto da Fiano Minutolo con metodo Martinotti da Cantine Imperatore, Rosè della Quercia Extra Dry da Nero Di Troia di Alberto Longo e l’ormai affermatissima Riserva Nobile di D’Araprì a base Bombino Bianco.

Dal sud al nord con la degustazione Recioto della Valpolicella e Amarone della Valpolicella, la storia di questi vini, organizzata dal Consorzio tutela vini Valpolicella. Quattro gli Amarone proposti: il Classico 2012 di Cesari, il Lussurioso 2012 di Buglioni, il Re Pazzo 2012 firmato Terre di Leone e il Classico 2011 di San Rustico, oltre ai due Recioto Selùn 2015 e La Doga 2015 di Corte Merci.

Da ricordare anche la chiusura in stile rigoroso “vinomade”, con l’aperitivo cool al celebre benzinaio fuori dalla fiera prima di arrivare al party di AGIVI al Vinitaly presso il Mad’ in Italy. Una serata a tu per tu con i giovani imprenditori vinicoli, sorseggiando i loro vini e ricordando che alla base di tutto resta il piacere di stare insieme e di bere bene. Se state quindi programmando la vostra prossima volta al Vinitaly, anche se fosse la prima, ricordatevi di fare un salto su Vinomadi prima di partire perché vi daremo volentieri qualche dritta per un’esperienza top. Appuntamento dal 15 al 18 aprile 2018!

La degustazione

D’Araprì Riserva Nobile 2013
Bianco Spumante – 100% Bombino Bianco – Gr. 12,5%
Giallo dorato brillante con perlage fine, abbondante e persistente. Piacevoli note di frutta esotica poco matura si intrecciano con sensazioni agrumate e floreali. Poi arrivano note più mature di piccola pasticceria secca. Bocca vivace che propone abbondante freschezza e buona sapidità sorrette da adeguata struttura e cremosità. Lungo il finale ammandorlato. Vinificazione e maturazione del vino base in piccole botti di rovere, 36 mesi sui lieviti.

Letrari Trentodoc Dosaggio Zero Riserva 2011
Bianco Spumante Doc – 60% Chardonnay, 40% Pinot Nero – Gr. 12,5
Giallo dorato brillante con perlage fine, abbondante e persistente. Naso che apre su note di mela cotogna e agrumi. Poi arrivano ricordi di frutta secca e piccola pasticceria. In bocca è cremoso, molto fresco e sapido. Chiude proponendo note di nocciola. Molto persistente. Solo acciaio, 60 mesi sui lieviti.

Claudio Mariotto Timorasso Pitasso 2007
Bianco Doc – 100% Timorasso – Gr. 14%
Giallo paglierino con riflessi dorati. Naso ampio in cui sentori di idrocarburi e pietra focaia si intrecciano con note di frutta gialla matura, agrumi, camomilla, zagara, erbe aromatiche e frutta secca. In bocca è inizialmente caldo e morbido, poi arriva una sferzata acida a riportare equilibrio. Lungo il finale sapido in cui tornano la frutta e le erbe aromatiche. Solo acciaio.

Allegrini La Poja 2010
Rosso Igt – 100% Corvina – Gr. 14,5%
Rosso rubino tendente al granato. Naso elegante che propone una fresca scia balsamica seguita da note di sottobosco, more ed erbe aromatiche con il rosmarino in evidenza. Bocca viva ma equilibrata grazie al tannino già ben integrato che asciuga delicatamente la bocca preparandola per il lunghissimo finale sapido, fruttato e balsamico. 20 mesi in barrique.

Allegrini La Poja 2001
Rosso Igt – 100% Corvina – Gr. 14,5%
Rosso Granato. La ciliegia matura introduce note speziate di pepe e chiodo di garofano. Poi sottobosco, salvia e macchia mediterranea. Al gusto rivela abbondante freschezza seguita da una piacevole scia sapida. Il tannino nobile arriva garbato lasciando spazio ad un finale molto persistente in cui tornano i richiami di macchia mediterranea. 20 mesi in barrique.

Allegrini La Poja 1995
Rosso Igt – 100% Corvina – Gr. 14,5%
Rosso granato. Apre con note di potpourri e frutti di bosco maturi, poi arrivano sentori più terragni di humus e sottobosco. Chiude con ricordi di incenso e spezie orientali. Al gusto propone un meraviglioso equilibrio tra morbidezza e abbondante freschezza.  Un tannino levigato e nobile rivela un lunghissimo finale in cui gli aromi di spezie danzano su un sottofondo sapido. 20 mesi in barrique. 20 mesi in barrique.