Siamo stati a “Vinalia Priora”, evento organizzato dal Consorzio Vini Frascati in occasione della presentazione delle nuove annate del Frascati Superiore DOCG
Aprile è un mese importante per Roma che secondo la leggenda sarebbe stata fondata il 21 aprile del 753 a.C. Ma c’è un’altra data che i romani celebravano con lo stesso trasporto: il 23 aprile, giorno del Vinalia Priora ovvero quello in cui si spillava il vino nuovo in onore di Giove. La presentazione delle nuove annate del Frascati Superiore DOCG è stata l’occasione per ricordare questa antica tradizione, una delle tante testimonianze dello stretto legame tra Roma e il vino. Ma la vera novità di questa “anteprima Frascati” sono state le masterclass organizzate il 24 e 25 aprile nelle Scuderie di Villa Aldobrandini. Bella l’idea del curatore Jacopo Manni che per guidare le degustazioni ha invitato personaggi in grado di portare uno sguardo nuovo sul vino Frascati, con l’ambizioso obiettivo di stabilire quale sia la sua vera dimensione.
Sì, perché uno dei più grandi problemi del Frascati è proprio la sua immagine un po’ dimessa e provinciale, quasi si trattasse di un timido liceale il cui unico obiettivo è quello di passare inosservato per paura di fare brutte figure. E quello che hanno fatto i relatori è stato gettare il timido liceale al centro della pista da ballo per vedere cosa sarebbe successo. E sapete cosa? Il Frascati ha ballato eccome! È così che una parte del team di Intravino formata da Jacopo Cossater, Andrea Gori e Leonardo Romanelli è arrivata sui Castelli Romani insieme a Giampaolo Gravina ottenendo lo stesso effetto di una navicella spaziale carica di marziani che atterra sul belvedere di Frascati.
Quindi al bando qualsiasi senso di inadeguatezza o paura del confronto. “Il Frascati si deve misurare con i migliori vini bianchi del mondo”, queste le parole con cui Andrea Gori ha aperto la sua masterclass dal titolo ‘I vini Vulcanici e il marker degustativo tipico del Frascati’. “Io personalmente vedo una certa affinità tra il Frascati e i vini della Mosella – ha continuato Gori – con la morbidezza che fa da contraltare alla sapidità”. Interessante anche la sua disamina sulla mitica ‘mineralità’ del vino, uno degli argomenti più discussi tra gli enoappassionati: “da biologo posso dire che l’unica mineralità che si può percepire al naso è quella legata alla presenza di SO2. Solitamente la mineralità si percepisce, invece, al gusto e la si ritrova in una sensazione tattile che ricorda la piccantezza che nel Frascati è una costante”.
Parlando poi dei vitigni autoctoni alla base del Frascati, Gori ha voluto esaltare la Malvasia Puntinata che a suo parere è “la più interessante tra i 18 cloni di Malvasia ammessi per la vinificazione in Italia”. E su questo argomento non si possono dimenticare le considerazioni dell’enologo Lorenzo Costantini, uno dei punti di riferimenti della viticoltura dei Castelli Romani e proprietario dell’azienda Villa Simone, che da anni segnala come sia indispensabile individuare dei cloni di Malvasia Puntinata più resistenti alle malattie come oidio e peronospora. Suo il vino migliore tra i sei in degustazione, il Frascati Superiore Riserva Vigneto Filonardi 2020, una delle 4 etichette della denominazione a poter riportare il nome della vigna in etichetta insieme a Santa Teresa di Fontana Candida, La Torretta di Gabriele Mago e Casal Montani dell’omonima cantina.
L’incontro guidato da Giampaolo Gravina ha invece messo a confronto il Frascati con alcuni dei territori vulcanici più interessanti d’Italia come Gambellara, Ischia e l’Etna. E a rappresentare l’Etna c’era nientemeno che il valdostano Federico Curtaz, uno dei più importanti enologi e agronomi italiani. Per 15 anni al fianco di Angelo Gaja a Barbaresco oggi è produttore su a’ Muntagna con la piccola azienda cui ha dato il proprio nome. A Frascati ha portato la sua incredibile mole di conoscenze parlando dell’unicità dei vini vulcanici e del grande potenziale dei vini dei Castelli Romani. E se lo dice l’artefice di uno dei più grandi vini bianchi italiani (‘A Puddara di Tenuta di Fessina) c’è da fidarsi. Bello il confronto con gli altri produttori presenti, da Riccardo Magno de La Torretta a Luigi Fragiotta della cantina Gabriele Magno, passando Giulia Fusco di Merumalia. Tre interpretazioni di Frascati molto diverse tra loro ma che danno l’idea della qualità che può offrire questo vino, soprattutto dopo qualche anno di affinamento in bottiglia.
Purtroppo non abbiamo avuto modo di partecipare alle altre due masterclass guidate da Jacopo Cossater (Frascati in verticale) e Leonardo Romanelli (Il Frascati e la cucina) ma in generale possiamo dire che siamo sulla strada giusta per trovare un nuovo modo di raccontare il vino più importante della nostra regione per storia, qualità e numeri. E grazie al confronto con altri areali più blasonati, con il tempo e con la cucina potremo finalmente arrivare a capire qual è la vera dimensione del Frascati, ad oggi ancora tutta da scoprire.
I nostri migliori assaggi:
Vitus Frascati Superiore DOCG Metamorfosi 2020
Malvasia Puntinata, Bombino e Greco – Gr.13,5%
Giallo paglierino con riflessi dorati. Naso elegante in cui le note floreali bianche si uniscono a ricordi balsamico-mentolati e a nuance di erbe aromatiche. Poi è la volta della frutta con la pesca bianca e gli agrumi in evidenza. Netti i sentori di frutta secca che ricordano la mandorla. In bocca è leggiadro e molto persistente grazie alla grande spalla fresco-sapida. Chiusura lunga e ammandorlata con retrolfatto che vira su note agrumate. 5 mesi in acciaio con passaggio sulle fecce fini.
Villa Simone Frascati Superiore Riserva Vigneto Filonardi 2020
Malvasia Puntinata, Malvasia di Candia, Trebbiano e Grechetto – Gr.13,5%
Elegante con i sui richiami floreali di sambuco, la mandorla e la susina goccia d’oro. Poi delicati sentori zolfini si uniscono a sensazioni fresche di menta, agrumi ed erbe aromatiche. Si congeda solamente dopo aver rivelato un fondo salmastro in cui si percepiscono anche lievi note di pietra focaia. Il sorso offre buona freschezza ma è l’anima sapida e quasi salata ad emergere con il passare dei secondi. La piacevole nota glicerica porta equilibrio prima che il vino si allunghi sul finale ammandorlato. 6 mesi in acciaio sulle fecce fini.
Merumalia Frascati Superiore Riserva Primo 2020
Malvasia Puntinata, Greco e Bombino – Gr.14,5%
Giallo paglierino tendente al dorato. Apre su un ricordo di fiori gialli e miele per poi rivelare sentori di cedro, frutta secca e camomilla. La frutta è tropicale e ricorda l’ananas poco maturo. Poi arriva la matrice salmastra su cui si aggiungono piacevoli note di erbe aromatiche come il timo. L’ingresso in bocca è piacevolmente morbido con la freschezza che porta equilibrio e apre la via al lungo finale sapido e ammandorlato che indugia su richiami balsamici. 11 mesi in acciaio con passaggio sulle fecce fini.
La Torretta Lazio Bianco IGP Castagna 2020
Trebbiano e Malvasia Puntinata – Gr.14%
Giallo dorato. Note balsamiche di resina di pino introducono ricordi floreali di ginestra e frutta gialla matura. Poi una piacevole nota ossidativa si unisce a sbuffi salmastri, nocciola, miele di eucalipto e rosmarino. Sorso strutturato che alla delicata astringenza dovuta alla breve macerazione abbina grande freschezza e un lungo finale salato in cui tornano gli agrumi, la nocciola e le erbe aromatiche. Vinificato in botti di castagno con fermentazione spontanea.
Frascati Superiore Riserva Vigneto La Torretta di Valle Marciana 2019
Malvasia Puntinata e Trebbiano – Gr.14%
Giallo paglierino tendente al dorato. Naso raffinato che si presenta con richiami balsamici e floreali, poi erbe officinali, buccia di agrume e frutta gialla poco matura. Erbe aromatiche come il finocchietto si uniscono poi a note speziate di pepe bianco e a ricordi di gesso. In bocca si presenta morbido e suadente per poi rivelare un’anima salina e piacevolmente fresca. Finale goloso che si allunga su delicati richiami di mandorla. Vinificazione in acciaio. Una parte della massa fa un passaggio di 8 mesi in barrique usate. Almeno un anno in bottiglia.