Come ogni anno siamo tornati in Umbria per partecipare all’anteprima organizzata dal Consorzio Tutela Vini Montefalco che ha inaugurato il nuovo format “A Montefalco”.
Nuovo nome e nuovo concept per Anteprima Sagrantino, uno degli appuntamenti cui noi Vinomadi siamo più affezionati. Arrivati a Montefalco ci siamo imbattuti in una enorme “A” posta al centro della bellissima Piazza del Comune: confessiamo che ci abbiamo messo un po’ per capirne il senso, ma è risaputo che noi prestiamo poca attenzione ai comunicati stampa, meglio vedere le cose con i propri occhi! L’idea che il Consorzio ha voluto trasmettere con il nuovo format “A Montefalco” è quella di un areale di produzione che non è più solo Sagrantino, portando a compimento il percorso iniziato nel 2019 con l’ingresso nel Consorzio della DOC Spoleto. È così che la classica Anteprima dedicata al Sagrantino è diventata l’occasione per degustare le nuove annate e le annate in commercio di Montefalco Sagrantino DOCG, Montefalco DOC e Spoleto DOC. Protagonista diventa quindi il territorio che comprende i comuni di Montefalco, Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Spoleto e Trevi, tutti in provincia di Perugia.
Diverso anche il periodo in cui si è tenuto l’evento che fino al 2019 si è sempre svolto in pieno inverno, nei mesi più freddi e cupi dell’anno. Poi nel 2021 la saggia decisione di posticiparlo in primavera in modo da offrire alla folta platea di giornalisti e operatori del settore la possibilità di godere di questo meraviglioso angolo di Umbria al massimo del suo splendore. Dopo aver provato giugno e maggio, mesi in cui il caldo può essere obiettivamente eccessivo per degustare vini come il Sagrantino, quest’anno si è optato per aprile e a noi Vinomadi sembra la soluzione più equilibrata. Nonostante qualche pioggia e le temperature non certo primaverili, il 19 e 20 aprile abbiamo avuto così modo di apprezzare la grande ospitalità umbra che ogni anno attrae un numero sempre crescente di turisti (+35% di presenze nella regione rispetto al 2021). Ben venga, comunque, la pioggia in un periodo in cui il nostro paese deve sempre più confrontarsi con la crisi climatica che agli eventi estremi alterna lunghi periodi siccitosi.
Neanche ci fossimo dati un appuntamento, il primo incontro giunti a Montefalco è stato con l’istrionico presidente del Consorzio, Giampaolo Tabarrini che quest’anno, forse a causa del maltempo, ha dismesso le sue infradito di ordinanza. Con lui Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, a ulteriore conferma del ruolo che questo territorio ha ormai assunto nel panorama internazionale (il valore dell’export è arrivato al 38% con USA, Germania, Belgio e Giappone in evidenza). “L’obiettivo è quello di far conoscere maggiormente il nostro territorio sui mercati esteri – ha spiegato Gian Paolo Tabarrini che nel 2021 ha preso il testimone da Filippo Antonelli – e questo evento è uno dei principali strumenti di promozione visto che partecipano sempre più operatori stranieri. Per questo abbiamo cercato di creare un ambiente che allo stesso tempo fosse rilassante e professionale in modo da mettere a proprio agio sia gli operatori che i produttori nell’ottica di favorire uno scambio costruttivo. È così che è nata l’idea di organizzare le cene conviviali con più produttori nelle cantine o l’idea di sostituire la classica cena di gala a Bevagna con una vera e propria festa in modalità street-food: pensiamo sia un modo per mostrare la genuinità di questo territorio”.
“Vogliamo evidenziare che Montefalco è Sagrantino ma non solo – ha continuato Tabarrini – Ci sono i bianchi come il Grechetto e il Trebbiano, c’è il Rosso e ci sono le Riserve. Ovvio che il Sagrantino resta il principe ma non è il solo ambasciatore di Montefalco”. E noi vinomadi abbiamo preso il presidente in parola tanto che la nostra prima sessione di assaggi nella sala consiliare del comune è stata dedicata al Trebbiano Spoletino 2022. Poco omogenea la serie dei 22 campioni assaggiati rigorosamente con bottiglie coperte per un’annata caratterizzata dalla siccità estrema che ha messo a dura prova i produttori. Nel complesso tanta frutta matura (anche tropicale) e sapidità con la freschezza posta in secondo piano.
Dopo esserci scaldati con il Trebbiano Spoletino siamo passati a degustare, sempre con campioni coperti, le 24 etichette di Montefalco Sagrantino DOCG 2019. Rispetto agli anni passati non sono più ammessi i campioni di botte ma solo vini già imbottigliati. È un cambiamento epocale che noi vinomadi auspicavamo da molto tempo perché degustare un campione di botte di Sagrantino è masochismo puro. C’è poco da dire, associare la parola anteprima al Sagrantino è un po’ come abbinare la parola riserva ad un novello, non funziona! È così che i quasi 50 campioni delle precedenti edizioni si sono in pratica dimezzati visto che molte aziende hanno ancora le masse in maturazione nelle botti. Parlando dell’annata 2019, classificata con 95 punti e il massimo riconoscimento delle 5 stelle, possiamo dire che ad un inverno abbastanza secco e prolungato è seguita una primavera caratterizzata da abbondanti piogge con temperature piuttosto fredde per il periodo. Il caldo è arrivato tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio, poi un agosto senza picchi calorici e con sporadici temporali ha ritardato leggermente la vendemmia protrattasi fino alla fine di Ottobre.
Nel complesso possiamo dire che l’annata promette bene con le note balsamiche e il sottobosco in evidenza al naso e la grande freschezza e il tannino protagonisti in bocca. Pochi, naturalmente, i vini pronti anche se sono sempre di più le aziende che puntano a proporre etichette più facilmente approcciabili, andando incontro al gusto dei consumatori meno inclini a bere vini eccessivamente austeri e in qualche modo “respingenti”. Ricordiamo che parliamo comunque di campioni da poco entrati in commercio visto che il disciplinare prevede almeno 33 mesi di invecchiamento di cui almeno 12 in botti di rovere più ulteriori 4 mesi di affinamento in bottiglia. Rare le interpretazione old style caratterizzata da estrazioni eccessive, uso smodato del legno e surmaturazioni del frutto che appesantiscono in qualche modo il bicchiere anche perché l’annata fresca non ha favorito questo tipo di interpretazioni.
La nostra giornata si è conclusa con una cena organizzata presso la cantina Dionigi dove ci siamo trovati a condividere il lungo tavolo con altri produttori come Silvia Spacchetti e Ute Bornholt di Colle Ciocco, Devis e Costantino Romanelli, l’ex sindaco di Montefalco e proprietario dell’azienda Bocale Valentino Valentini, la famiglia Antonelli di Valdangius e Montioni dell’omonima cantina. Ogni azienda ha portato una selezione di etichette da degustare a cena insieme a quelle del padrone di casa in abbinamento ai piatti della cucina locale. È stata un’esperienza veramente piacevole che ha mostrato il lato più umano dei vignaioli grazie al clima rilassato e conviviale.
Dopo i bagordi della sera in compagnia dei produttori, la mattina successiva alle 9 di mattina ci siamo eroicamente ritrovati presso l’azienda Le Cimate per una verticale di Sagrantino. Paolo Bartoloni, il proprietario, ci ha accolti nella moderna cantina che sorge al centro dei 28 ettari dell’azienda di cui 23 vitati. Una passione per la viticoltura, la sua, ereditata dal nonno e dal padre Giovanni e che 12 anni fa lo ha spinto a creare la cantina per vinificare in proprio. Non solo vino ma anche olio EVO e nocciole con cui si produce un’irresistibile crema spalmabile al cacao. Sì, abbiamo assaggiato anche quella ovviamente, ma non prima di esserci dedicati ai Montefalco Sagrantino prodotti tra il 2016 e il 2011. Interessante l’evoluzione dello stile aziendale che ha virato da un’impostazione più tradizionale verso vini meno austeri che oggi vengono prodotti con circa 25 giorni di macerazione sulle bucce e maturazione di 24 mesi in legni diversi (barrique, rovere di Slavonia e rovere austriaco), prima di trascorrere 3 anni in bottiglia. In assaggio anche una delle 1.333 bottiglie di “Donna Giulia”, cru di Sagrantino creato da Paolo Bartoloni in occasione della nascita di sua figlia.
La tappa successiva è stata alla cantina Colle Ciocco, dove le sorelle Laura e Silvia Spacchetti hanno preso in mano l’azienda di famiglia. Qui si respira l’atmosfera informale tipica della campagna umbra e il “boccone montefalchese” offerto ai presenti come spuntino di metà mattinata è stato decisamente apprezzato. Curiosa e interessante l’idea di dedicare le etichette a personaggi “storici” di Montefalco, non perché famosi al di fuori della città ma perché considerati esempi del concetto di comunità. Partendo da due annate del “Clarignano” dove il Grechetto incontra il Viognier, abbiamo poi confrontato la 2020 e la 2021 del Trebbiano Spoletino in purezza “Tempestivo”, prima di assaggiare il “Brixio” rosato (Sangiovese con un 30% di Sagrantino) e gli ottimi Sagrantino Montefalco 2018 e 2015. La vera sorpresa è arrivata in chiusura con il Passito di Sagrantino ottenuto lasciando le uve ad appassire sui graticci per almeno tre mesi.
La nostra breve ma intensa Anteprima ci ha portati in chiusura nei dintorni di Gualdo Cattaneo, in uno dei confini ovest dell’areale montefalchese. Qui sorge la Tenuta di Saragano dove il Conte Riccardo Pongelli Benedettoni e l’enologo Ivan Vincareti hanno riportato in vita una storia antica. La proprietà è infatti dal XIII° secolo della famiglia Pongelli Benedettoni e si estende per ben 220 ettari sulle colline tra Todi e Montefalco (alla coltivazione della vite si affianca quella di olivi, grano, orzo, favino, lino, lenticchie oltre che un allevamento di vacche). Su una collina posta a circa 550 metri di altezza (si tratta della vigna più alta della denominazione) si trovano i 12 ettari vitati che rappresentano oggi il cuore della produzione della Tenuta di Saragano, con alcune meravigliose viti ultracentenarie a piede franco. Durante un gustoso pranzo a base di piatti locali rivisitati in chiave contemporanea abbiamo assaggiato le varie etichette tra cui il brut “Segreto di famiglia”, il Grechetto “Montacchiello” e il Montefalco Rosso (anche riserva) ad accompagnare ogni pietanza. Al di là dell’eleganza che accomuna tutti i vini (clamoroso il Sagrantino 2016), ci sentiamo di segnalare il grande lavoro fatto dall’azienda per valorizzare e salvaguardare l’ambiente incontaminato in cui sorge la tenuta.
Anche stavolta ce ne andiamo da Montefalco con la promessa di tornare presto e di vivere la prossima edizione di “A Montefalco” in maniera ancora più immersiva, magari utilizzando le e-bike messe a disposizione dall’organizzazione. L’obiettivo, naturalmente, è sempre quello di visitare tutte le cantine dell’areale senza fretta e in “modalità ascolto”. Perché, come dice il nostro motto, per conoscere il vino non ci sono scorciatoie e bisogna macinare chilometri per conoscere i produttori e i territori.
I nostri migliori assaggi
Romanelli Montefalco Sagrantino DOCG Medeo 2019
Sagrantino 100% – Gr. 16%
Rosso tra il rubino e il granata poco concentrato. Olfatto elegante che alle note balsamiche di eucalipto unisce richiami fruttati di confettura di mirtilli. Poi sentori speziati che fanno pensare al bastoncino di liquirizia, foglie di tabacco e radice di genziana. Sorso caratterizzato dalla grande freschezza e dal tannino scalpitante ma di qualità. Buona la persistenza in cui tornano le note balsamiche e i richiami speziati. 60 giorni di macerazione, 24 mesi in botte di rovere francese.
Tabarrini Montefalco Sagrantino DOCG Campo alla Cerqua 2019
Sagrantino 100% – Gradazione non disponibile
Rubino con unghia granata di media concentrazione. Naso mediterraneo che offre note balsamiche di bacca di ginepro unite a ricordi di pepe di sichuan, alloro e confettura di frutti di bosco. In bocca è morbido, equilibrato, fresco e dal tannino nobile. Goloso e sapido, sorprende con il lunghissimo e coerente finale. Macerazione sulle bucce per oltre un mese, almeno 36 mesi in botte grande di rovere francese.
Tabarrini Montefalco Sagrantino DOCG Campo alla Cerqua 2019
Sagrantino 100% – Gradazione non disponibile
Rubino tendente al granata, concentrato. Note scure di prugna si intrecciano con ricordi autunnali di foglie secche, humus, funghi e tabacco. Poi arrivano le spezie con chiodo di garofano, liquirizia e pepe in evidenza. La grande freschezza si accompagna ad un tannino potente e maturo. Lunga la persistenza grazie alla scia sapida in cui tornano le note scure. Macerazione sulle bucce per oltre un mese, almeno 36 mesi in botte grande di rovere francese.
Perticaia Trebbiano Spoletino 2022
100% Trebbiano Spoletino – Gr. 13,5%
Giallo paglierino con riflessi dorati. Naso molto intenso e rinfrescante grazie alle note balsamiche di resina di pino e alle note di buccia di limone. Un ricordo di salgemma introduce note floreali di tarassaco e sentori di susina goccia d’oro ed erbe aromatiche fresche. All’assaggio rivela una piacevole morbidezza glicerica bilanciata da adeguata freschezza e da un finale quasi salato con agrumi e richiami balsamici che tornano protagonisti. Vinificato in acciaio, ¾ mesi sulle fecce fini.
Le Cimate Montefalco Sagrantino DOCG 2016
Sagrantino 100% – Gr. 15,5%
Rosso granata con buona concentrazione. Apre su note balsamiche per poi offrire sentori di arancia sanguinella. Poi confettura di frutti di bosco, tabacco e liquirizia. Chiude su eleganti note di potpourri. In bocca rivela un equilibrio dinamico caratterizzato da freschezza e tannino maturo. La piacevole morbidezza fruttata lascia spazio nel finale ad un ricordo di liquirizia. 25 giorni di macerazione, matura 24 mesi in legni diversi: barrique francesi, botti grandi di rovere di Slavonia e rovere austriaco.
Tenuta di Saragano Montefalco Sagrantino DOCG 2016
Sagrantino 100% – Gr. 15,5%
Rosso granata concentrato. Naso ampio ed elegante che alle note di ciliegia sotto spirito abbina richiami balsamici di eucalipto, scorza d’arancia, grafite, scatola di sigari, chiodo di garofano e pepe. Sorso inizialmente caldo, morbido e goloso. In un secondo momento arriva la grande freschezza che alleggerisce il sorso e lo rende dinamico creando una perfetta armonia con il tannino nobile. Saporito e balsamico il lungo finale. Fermentazione spontanea, 24 mesi in barrique di 2° e 3° passaggio.
Colle Ciocco Montefalco Sagrantino DOCG Passito 2015
Sagrantino 100% – Gr. 15%
Rosso granata con riflessi rubino molto concentrato. Intenso il naso che propone note di prugne disidratate e amarena sotto spirito. Poi è la volta di tabacco, smalto e cannella su sottofondo balsamico di eucalipto. Nonostante l’importante residuo zuccherino di 120 g/l il sorso risulta moderatamente dolce grazie alla grande acidità e al lungo finale sapido. Il tannino è di qualità e risulta assolutamente integrato cedendo il passo in chiusura alle note fruttate. Tre mesi di appassimento in fruttaio naturale. Fermentazione in acciaio con macerazione di 14 giorni. Maturazione in tonneau per 12 mesi.