Un vulcano di idee che ama visceralmente la sua terra. Questo è Stefano Milanesi, enoartigiano sempre pronto a sperimentare per soddisfare la sua curiosità.
Il nostro giro nell’Oltrepò Pavese di fine 2017 ha toccato anche Santa Giuletta (Pv), dove abbiamo incontrato l’enoartigiano (come ama definirsi lui stesso) Stefano Milanesi. Entrando nella sua cantina si notano decine di vasche in cemento, contenitori in vetroresina e barrique in cui Stefano realizza i suoi “esperimenti”. Si tratta di microvinificazioni che ogni anno moltiplicano il numero delle sue etichette, tanto che è davvero difficile stabilirne il numero totale. Le variabili vanno dai tempi di macerazione più o meno lunghi alla sosta in botti più o meno scolme, passando per i tempi di permanenza sulle fecce.
Stefano si porta dietro 12 generazioni di esperienza nel campo dell’agricoltura e della viticoltura. “Mio padre Antonio ha sempre venduto l’uva e il vino sfuso – ricorda con un po’ di commozione – Era molto orgoglioso e un pochino geloso dei suoi 11 ettari di vigne. Nel 1997, quando già lavoravo come enologo per una grande azienda, gli chiesi il permesso di vinificare un paio di filari del suo Pinot Nero. Lui accettò e rimase stupito del risultato: di quell’annata conservo ancora 10 bottiglie cui sono molto affezionato”. Da allora l’azienda, che oggi porta il suo nome ed è certificata biologica, si è affermata grazie alla qualità dei vini prodotti principalmente con Barbera, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Croatina, Cortese e Riesling italico.

Nel 2003 iniziano le sperimentazioni con il Metodo Classico che portano nel 2007 alla prima annata ufficialmente messa in commercio. “Mio padre per anni ha venduto le sue uve di Pinot Nero alle migliori aziende spumantistiche della zona, tra cui Monsupello – racconta Stefano – È per questo che quando ho cominciato a spumantizzare ero abbastanza sicuro del risultato. Dopo varie prove ho trovato il giusto equilibrio e oggi il Vesna è il nostro vino più venduto”.
Lo spumante di punta dell’azienda nasce da uve Pinot Nero raccolte a piena maturazione. Il vino base vinificato con i soli lieviti indigeni sosta sulle fecce fino al momento del tirage che prevede una liqueur a base di zucchero di canna e del pied de cuve con i lieviti indigeni. Il remuage è rigorosamente manuale e lo spumante viene sboccato dopo circa 36 mesi di permanenza sui lieviti. Essendo non dosato, dopo la sboccatura viene aggiunto solamente di vino base. Il risultato è uno spumante strutturato ed esuberante che rivela un perlage di qualità e un’importante spalla fresco-sapida che porta equilibrio. Lo abbiamo degustato nella cantina di Stefano abbinato al tipico salame di Varzi DOP prodotto nella valle Staffora.
I nostri migliori assaggi
Stefano Milanesi Vesna Pinot Nero Metodo Classico 2013
100% Pinot Nero – Gr 12,5%
Giallo paglierino con riflessi dorati, perlage fine e persistente. La pesca gialla matura si unisce a ricordi di fiori gialli, crostata con crema al limone e frutta secca. Il sorso decisamente fresco e quasi salato torna in equilibrio grazie alla morbidezza ed alla struttura. Il perlage di qualità dona eleganza e anticipa un lungo finale in cui è protagonista la frutta secca.
Stefano Milanesi Pinot Nero Neroir 2014
100% Pinot Nero – Gr. 12,5%
Rosso rubino tendente al granato con buona trasparenza. Naso elegante che offre ricordi di mirtilli, erbe aromatiche, arancia rossa e viola. L’ingresso in bocca è molto fresco, quasi citrino. Poi arriva una delicata morbidezza fruttata a portare il sorso verso l’equilibrio. Finale caratterizzato dal tannino vivo ma di ottima fattura e dalla lunga coda sapida. Solo vasche di cemento.