Questa volta noi Vinomadi siamo andati sull’Etna per incontrare Frank Cornelissen, uno dei vignaioli più interessanti del panorama vitivinicolo italiano.
E’ il 1999 quando Frank Cornelissen, belga di nascita e siciliano di adozione, degusta alla cieca un Nerello Mascalese in un ristorante di Modica. “Ero a cena con Giusto Occhipinti, lo zio di Arianna Occhipinti e proprietario di COS. Mi arrivò questo vino e quando misi il naso nel bicchiere rimasi folgorato. Era un Etna Rosso di Calabretta”. Lo stupore suscitato in lui da quel vino lo spinge il giorno dopo a partire alla volta dell’Etna. Fino a quel momento Frank era stato un commerciante di vino di successo. Dentro di sé, però, aveva sempre cullato il sogno di diventare un vignaiolo, bisognava solamente trovare il luogo adatto: incontaminato, capace di valorizzare vitigni autoctoni e possibilmente dotato di terreni di origine vulcanica.
È così che vagando tra paesaggi lunari e alberelli ultracentenari Frank Cornelissen capisce di essere finalmente arrivato a casa. Nel 2000 vende la sua macchina e acquista il primo ettaro di vigna semiabbandonata a Solicchiata. Sì perché allora l’Etna non era ancora diventato uno dei terroir più importanti d’Italia e il glorioso passato enologico di questa terra sembrava quasi dimenticato. Basti dire che lo stesso ettaro di vigna che allora si poteva acquistare per 10 mila euro oggi vale dieci volte tanto.
L’anno dopo produce le prime 500 bottiglie inaugurando una serie infinita di prove che lo porteranno nel tempo a perfezionare la sua tecnica produttiva. Da autodidatta sperimenta ogni tipo di soluzione registrando nel tempo un aumento costante della qualità che rimane comunque strettamente connessa all’andamento delle annate. Nel 2018, per esempio, il Magma (100% Nerello Mascalese) non verrà prodotto perché Frank ha ritenuto che le uve non fossero giunte a perfetta maturazione. Che sia un perfezionista lo si nota da tanti altri particolari, a partire dall’utilizzo dei bicchieri Zalto per le degustazioni in cantina.
Noi Vinomadi abbiamo avuto la fortuna di visitare proprio il bellissimo vigneto da cui nasce il Magma, l’etichetta mito che ha reso celebre l’azienda nel mondo. Un vino che, da abile commerciante, Frank riesce a vendere a cifre che nessun altro produttore etneo è mai riuscito ad avvicinare. “Ho capito subito che vigna Barbabecchi poteva dare vita ad un grande vino. Qui si riesce a coniugare profondità, densità, eleganza e carattere”. Su ognuna delle circa 1.500 bottiglie campeggia la scritta “Magma” disegnata a mano nello stile degli ideogrammi giapponesi dalla moglie Akiko, autrice anche del logo aziendale.
Esposta a nord-nord est e protetta dai venti freddi dai monti Nebrodi, vigna Barbabecchi si estende per 1,5 ettari tra gli 890 e i 930 metri di altezza con pendenze importanti che rendono il lavoro in vigna particolarmente complicato. E’ composta da magnifici alberelli a piede franco di più di 100 anni di età circondati da una natura incontaminata, come testimoniano i tantissimi insetti che svolazzano da un fiore all’altro. La vendemmia avviene in più passaggi con una selezione maniacale che prevede l’eliminazione manuale degli acini imperfetti.
Poche ma molto rigide le linee guida seguite in questa come in tutte le altre vigne aziendali: movimentazioni della terra ridotte al minimo e nessun trattamento se non assolutamente necessario (eventualmente solo rame e zolfo). Per il resto rese bassissime, vendemmie posticipate (tra metà ottobre e metà novembre) alla ricerca della piena maturazione e valorizzazione della biodiversità attraverso l’impianto di erbe aromatiche, alberi da frutto, ulivi e noccioli che spesso si trovano anche in mezzo ai filari, come da tradizione.
“Per me è molto importante recuperare un rapporto sano con la natura – conferma Frank – Penso che in questo caso sia l’uomo a dover fare un passo indietro. I nostri antenati l’avevano capito ed è per questo che io in questi anni ho cercato di parlare con chi questa terra l’ha coltivata per una vita intera”. Ma non pensate ad un uomo rivolto verso il passato, tutt’altro: se la tecnologia è funzionale al suo progetto è ben accetta, come dimostrano i tappi in polimeri Ardeaseal utilizzati su tutta la linea.
Oggi la sua azienda produce 100 mila bottiglie (90% rossi, 75% export) e può contare su circa 24 ettari di cui 22 vitati distribuiti su tante piccole parcelle che da sempre vengono vinificate separatamente. Un approccio che ha anticipato di molto l’introduzione dei vini di contrada nel disciplinare della DOC Etna. “Pochi territori al mondo offrono la possibilità di creare vini così diversi nell’arco di così pochi chilometri – conferma Frank – Anche nella stessa contrada è possibile ottenere risultati differenti come dimostrano i nostri due cru provenienti da Feudo di Mezzo: il Porcaria e il Sottana”.
Dopo la vigna abbiamo visitato la cantina, un semplice piano interrato senza particolari pretese preso in affitto nel 2009. Un luogo che sembra quasi voler comunicare che il vero spettacolo dell’Etna è la sua natura. In cantina il mantra aziendale è ‘sottrarre più che aggiungere’: l’obiettivo è quello di spogliare il vino di qualsiasi orpello che possa offuscare il suo carattere primordiale forgiato dal rapporto tra vitigno e territorio. Quindi fermentazioni spontanee in contenitori di fibra di vetroresina o anfore di terracotta vetrificata interrate nella roccia vulcanica (nessun utilizzo del legno), lunghe macerazioni, nessun controllo delle temperature, filtrazioni assenti o minime, zero solfiti aggiunti.
Biologico? Naturale? Biodinamico? Ancestrale? Noi Vinomadi vi consigliamo di non chiederlo a Frank… A lui, infatti, non piace l’approssimazione e in definitiva ogni tentativo umano di categorizzare le cose è approssimativo e lo è ancor di più nel mondo del vino. Possiamo solo dirvi che smontando pezzo per pezzo le sovrastrutture che troppo spesso nascondono la vera essenza delle cose, Frank è riuscito a creare dei vini emozionanti che noi Vinomadi ricorderemo per il resto della nostra vita.
La degustazione
MunJebel Bianco Classico 2016
50% Grecanico, 50% Carricante – Gr. 13%
Giallo dorato intenso. Al naso sorprende con le erbe aromatiche (timo e salvia) unite a sbuffi balsamici, miele, fiori di campo e frutta gialla matura. In bocca è caldo, denso, quasi materico. Poi la freschezza porta equilibrio insieme alla scia sapida che apre le porte ad un finale infinito in cui tonano le erbe aromatiche. Prefermentazione a 11°C sulle bucce per 3/5 giorni. Uve provenienti da più vigne poste tra i 620 ed i 750 metri di altezza con piante di età superiore ai 40 anni.
Susucaru Rosato
Malvasia, Moscadella, Cattaratto, Nerello Mascalese – 12,5%
Rosa chiaretto. Ricordi di rosmarino e salvia si uniscono a note di mirtilli. Poi richiami balsamici e vegetali su sottofondo floreale di rosa. In bocca rivela buona struttura e morbidezza abbinate a grande sapidità e piacevole freschezza. Lungo il finale ammandorlato. Uve provenienti da più vigne con piante di età superiore ai 50 anni.
Contadino 2016
85% Nerello Mascalese, Nerello Capuccio, Minella Nera, Allicante Bouschet, Minella Bianco – Gr. 13,5%
Rosso rubino con discreta trasparenza. Note di ribes si alternano a ricordi di erbe aromatiche, sensazioni vegetali e floreale di viola. Sorso decisamente fresco e quasi salato che risulta decisamente sbilanciato verso le durezze. Ottimo il tannino e buona la persistenza. Uve provenienti da più vigne con piante di età superiore ai 50 anni.
MunJebel Rosso Classico 2016
100% Nerello Mascalese – Gr. 14,5%
Rosso rubino con discreta trasparenza. Naso più timido che offe note di piccoli frutti rossi e delicati sentori floreali. Sorso di buona struttura dotato di una piacevole spalla fresco-sapida. Il tannino importante si allunga sul finale fruttato. Uve provenienti da più vigne con piante di età superiore ai 60 anni.
MunJebel Rosso CS, contrada Zottorinoto – Chiusa Spagnolo 2016
100% Nerello Mascalese – Gr. 15%
Rosso rubino con buona trasparenza. Il frutto rosso si fa più maturo e le note balsamiche di eucalipto più nette. Sempre presenti le erbe aromatiche. Il sorso è potente, delicatamente morbido e caldo. La freschezza citrina porta equilibrio prima che il tannino importante ma perfettamente integrato asciughi la bocca. Il finale è decisamente sapido e lungo. Piante di 80 anni poste a 620 metri di altezza.
MunJebel Rosso PA, contrada Feudo di Mezzo – Porcaria 2016 (campione da vasca)
100% Nerello Mascalese – Gr. 15%
Rosso rubino concentrato. Naso caratterizzato da grande eleganza e pulizia con delicati richiami floreali che si uniscono a ricordi di timo e rosmarino. Poi ciliegie e spezie orientali. In sottofondo si percepisce una delicata nota di grafite unita a piacevole balsamicità. Il sorso caldo è vibrante ma equilibrato grazie alla importante freschezza unita al tannino vivo ma nobile. Piacevole la morbidezza ben bilanciata dalla grande sapidità che nel finale si unisce ad una lunga scia balsamica. Piante di 60 anni poste a 640 metri di altezza.
MunJebel Rosso FM, contrada Feudo di Mezzo – Sottana 2016 (campione da vasca)
100% Nerello Mascalese – Gr. 14,5%
Rosso rubino concentrato. Naso più fruttato del Porcaria con la mora e la ciliegia in evidenza. Piacevoli le note di eucalipto che anche in questo caso si intrecciano con sentori minerali scuri, spezie e ricordi di violetta. Rispetto al Porcaria è più fresco che sapido con la delicata morbidezza a portare equilibrio insieme al calore. Tannino che diventa protagonista nel lungo finale fruttato. Piante di 40 anni poste a 580 metri di altezza.
MunJebel Rosso MC, contrada Monte Colla 2016 (campione da vasca)
100% Nerello Mascalese – Gr. 15%
Rosso rubino con buona trasparenza. Naso fruttato e caldo in cui spicca un ricordo di amarena sotto spirito abbinato a mora, spezie dolci e note floreali. Il sorso è caldo e scalpitante grazie alla freschezza citrina e alla lunga scia sapida. Il Tannino di qualità risulta essere già integrato. Piante di 70 anni poste a 760 metri di altezza. E’ l’unica vigna impiantata su terreni non vulcanici (argilla e sabbia).
MunJebel Rosso CR, contrada Campo Re 2016 (campione da vasca)
100% Nerello Mascalese – Gr. 15%
Rosso rubino poco trasparente. Naso che apre su note zolfine ammorbidite da richiami floreali, piccoli frutti rossi, erbe aromatiche e spezie. Bocca dinamica che offre piacevole morbidezza ed equilibrio abbinate a tannino nobile e lunga scia sapida in cui tornano le erbe aromatiche. Piante di 70 anni poste a 730 metri di altezza.
MunJebel Rosso VA, cuvée Vigne Alte 2016 (campione da vasca)
100% Nerello Mascalese – Gr. 14,5%
Rosso rubino poco trasparente. Naso elegante che punta maggiormente sulle note floreali. Poi erbe aromatiche, frutti rossi e richiami balsamici. Il sorso offre grande freschezza e sapidità bilanciate da morbidezza e calore. Il tannino è di ottima fattura, lunga la persistenza. Blend che nasce dalle tre vigne più alte: Tartaraci (1000 mt), Monte Dolce (870 mt) e Pettinociarelle (890 mt). Piante di 90 anni.
Magma 2016 (campione da vasca)
100% Nerello Mascalese – Gr. 15%
Rosso rubino poco trasparente. Naso ampio ed estremamente elegante che propone note floreali e balsamico-mentolate, ribes, spezie orientali, grafite e macchia mediterranea. In bocca è allo stesso tempo potente ed agile, caldo e molto fresco. Il tannino lungo e pienamente integrato emoziona quando si unisce alla sapidità in un finale che sembra infinito. Piante ultracentenarie poste tra 870 e 910 metri di altezza.